Intervista a Francesca Ferretti-febbraio 2009

È la regista della squadra; è il numero 10; schiaccia, mura e palleggia come non poche in tutta la lega: è Francesca Ferretti, l’ “angelo biondo” della Scavolini Volley. L'atleta di Reggio Emilia, classe 1984, ha trovato la consacrazione proprio a Pesaro nel 2007 e oggi è considerata una delle migliori palleggiatrici in Italia. La scorsa settimana Francesca ha rinnovato il contratto con la Scavolini Volley e ha portato Pesaro a conquistare la sua prima Coppa Italia. L'abbiamo incontrata alla fine della gara contro l'agguerritissimo Zarechie Odintsovo per sapere come ha vissuto queste ultime incredibili settimane.

Hai appena firmato un nuovo contratto per tre anni con la Scavolini. Com'è arrivata questa decisione?

Era una decisione che era nell'aria già da qualche tempo. La società mi ha proposto un triennale e io ero contenta di poter rimanere ancora a Pesaro. Poi la scorsa settimana ci siamo incontrati con il mio procuratore e abbiamo reso il tutto effettivo. Io non posso che essere felice di rimanere ancora nella Scavolini. Il fatto che mi abbiano riconfermata dimostra come la società punti moltissimo su di me e come ci tenga. Io qui a Pesaro sto veramente bene e ho trovato la giusta tranquillità che mi permette di giocare bene.

A Pesaro sei letteralmente esplosa dimostrando tutta la tua bravura e tecnica. Cosa hai trovato in questa città e in questa società che ti ha aiutata a crescere così tanto?

La città di Pesaro è molto simile a quella nella quale sono cresciuta (Reggio Emilia, ndr). Poi i pesaresi sono come i romagnoli, sempre molto aperti e solari: mi piacciono molto. Ma la cosa più importante è che noi in squadra siamo molto unite, ci troviamo bene tutte quante e non ci sono "stelle, ma solo tante giocatrici che vogliono fare bene. Quello della Scavolini Volley è un ambiente sereno, il clima giusto per lavorare e per crescere.

Spesso Zè Roberto coglie l'occasione per parlarti durante i time out. Qual è il tuo rapporto con il tecnico brasiliano?

Zè Roberto ha sempre una parola per tutte. Con me ha forse un rapporto più forte perché anche lui era palleggiatore e quindi si riconosce di più nel mio ruolo e può darmi consigli importanti: non sempre in campo ci si accorge di alcuni particolari che invece sono visibili dal di fuori. E Zè è sempre pronto a darmi dei buoni suggerimenti. È un rapporto molto stretto e molto sereno: mai un urlo o uno sfogo nei nostri confronti. Anche questo è importante per creare un clima vincente.

Tra lo scudetto, la super coppa e la coppa Italia appena vinta, qual è stato il trofeo più importante per te?

Certamente lo scudetto, anche perché è arrivato dopo una stagione davvero difficile e pesante: nessuno se lo aspettava. Quando riguardo quelle immagini ancora mi vengono i brividi. La coppa Italia, invece, anche se importantissima, non ce la siamo davvero goduta: tra Champion League e campionato non c'è stato tempo per festeggiare.

Tutti ormai parlano del "grande slam". Tu che cosa ne pensi?

È difficile dirlo. Gli impegni sono tanti e noi siamo umane: la stanchezza e lo stress possono farsi sentire come questa sera. Io, come tutte le mie compagne cerco di non pensarci: quando scendiamo in campo è per vincere la partita senza guardare troppo al risultato finale. Quello che dobbiamo fare è sicuramente giocare senza troppo pressione addosso. Intanto questa partita è andata, e un primo passo l'abbiamo fatto. Domenica giochiamo contro Sassuolo e giovedì il ritorno di Champion in Russia dove è obbligatorio vincere.

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