In viaggio con i Balusch

La partenza è fissata per le 14.15, ma posso fare con comodo mi dicono: il bus è “sempre puntualmente in ritardo”. Ma sono talmente agitata che alle due meno dieci sono già sul posto. Poco male; nell’attesa faccio conoscenza con quelli che per quattro ore saranno i miei compagni di viaggio in questa trasferta milanese: ci sono liceali, casalinghe, panettieri, giornalisti, radiocronisti, bambine, pensionati ed ex giocatrici di volley. Sono loro i Balusch, i tifosi della Scavolini che mi danno uno strappo fino al PalaLido per gara 3 delle finali scudetto. Molti di loro già li conosco; ma tra di loro c’è una signora che non avevo ancora visto nella curva bianco-rossa. Dall’accento capisco che è argentina: sarà una fan di super Carol? Ma non c’è tempo per le presentazioni: l’autobus è finalmente arrivato e i Balusch iniziano a caricare i striscioni, le bandiere e tamburi. Qualcuno fa già le prove dei megafoni intonando qualche coro. L’umore è già buono e sull’autobus si continua a scherzare e a parlare del più o del meno. Ma gira e rigira, l’argomento è sempre quello: l’imminente gara tre tra Scavolini e Villa Cortese. Impazza così il toto-volley: i più non si vogliono pronunciare sul risultato finale “per scaramanzia”, ma mi dicono che in caso di vittoria hanno già pronto qualcosa. Intanto faccio conoscenza anche con la signora argentina: quando mi dice di essere Mercedes, la madre di Carolina Costagrande, stento quasi a crederlo. “Mamma Carol”, come la chiamano affettuosamente i Balusch, è stata affidata alle cure della signora Gigia proprio dal numero 12 della Scavolini, e i tifosi pesaresi non si sono fatti pregare due volte. Tra una chiacchera e l’altra, Mercedes ci racconta degli inizi di Carolina: di quando la sua piccola, a soli quattordici anni, ha lasciato casa per andare a giocare con la nazionale, delle lacrime che ha versato appena ha lasciato Carol in palestra, i primi anni in Italia di sua figlia e il problema al ginocchio che le ha dato sempre tanti problemi. Nell’autobus cala un silenzio quasi reverenziale: tutti sono attenti al racconto di quella che è una delle giocatrici più amate in casa Scavolini. Nicoletta mi dice addirittura di avere gli occhi “a forma di cuore”: Carol è infatti il suo idolo, e ascoltare la storia direttamente dalla mamma della giocatrice è un’emozione unica. Ma “basta con le ciance: tutto questo parlare ci ha messo fame”. E così, come per magia, dalla stiva dell’autobus i Balusch tirano fuori pizze farcite, panini, crostate e tante altre leccornie. “Ma quanto tempo volete fermarvi lassù?” chiedo. “Ma no, no, questo è per oggi!”. Si stappa pure qualche bottiglia di prosecco, regalo dei tifosi di Conegliano, ormai amici di merenda dei pesaresi. Anche “Mamma Carol” si mette all’opera e taglia la pizza preparata da Alessandro… e vista la velocità con cui vanno via i tranci, si può dire il Balusch panettiere ha fatto davvero un buon lavoro. “È da questa mattina che sforno” dice Ale: i Balusch esplodono in un fragoroso applauso. Dopo essersi rifocillati, è tempo di ritornare alle questioni pallavolistiche. A tenere banco è soprattutto la lettera di protesta inviata dal presidente di Villa Cortese in merito alla disastrosa accoglienza riservatagli a Pesaro. Cosa gli aspetterà a Villa? Qualcuno teme che per ripicca, i Balusch saranno rilegati in una zona sfavorita del palazzetto, altri che finiranno a vedere la partita fuori su un mega-schermo. Ma la Gigia calma gli animi: “Il presidente mi ha assicurato che saremo trattati da veri Vip”. Anche se qualcuno non sembra proprio convinto, si passa a parlare di altro. Come ci si sente alla vigilia di un match così importante? Un ragazzo di nome Alessandro mi confida di avere un po’ paura: “quando si va in trasferta si ha sempre paura di non tornare vincenti. Fortunatamente noi siamo stati abituati molto bene in questi anni e quindi anche questo viaggio per noi è un momento di festa. Sembra quasi di andare in gita scolastica”. Gigia ci dice invece che fare le trasferte con i Balusch serve ad abbassare la tensione dell’attesa: “Le emozioni che mi accompagnano in questa trasferta non si possono descrivere, ma mangiare e fare due risate con degli amici aiuta a stemperare la tensione pre-partita. È dalle sei che sono in piedi per l’emozione”. Insomma, il viaggio con i Balusch aiuta non farsi sopraffare dalle emozioni. E sembra che la ricetta funzioni. Parole di “Mamma Carol” che in spagnolo mi dice di essere “molto contenta di fare questo viaggio in compagnia dei tifosi di Pesaro, perché la tensione in realtà è tanta e grazie a loro sono riuscita a controllarla. Questa è una partita davvero importante per le ragazze”. La domanda sorge allora spontanea: come le è sembrata Carolina alla vigilia di questa gara tre? “Non ho potuto vedere Carol di persona, ma le ho parlato per telefono e mi è sembrata calma. Comunque sia “va a luchar hasta el final”. E tutti i Balusch sperano che la loro begnamina possa davvero ripetere le super prestazioni di gara 1 e gara 2. Milano si avvicina, e dato che i Balusch sono tifosi professionisti – hanno pure stilato un loro codice di leggi – è tempo per le prove generali dei cori. Per “istruire anche le matricole” – e io sono una di quelle - si parte dalle basi: da “noi cantiamo tutti insieme Pesaro” al cavallo di battaglia sulle note dell’Aida – “da cantare solo dopo il punto numero 23 mi spiega Luigi – tutti i Balusch si impegnano nelle prove. E l’atmosfera è talmente coinvolgente che mi ritrovo anche io ad intonare “Forza Scavo Olé, non mollare perchè…”. Ma il pezzo forte deve ancora arrivare: in onore della signora Mercedes, i Balusch cantano le tre canzoni dedicate a “Super Carol”. Addirittura tre? “È che se tutte le volte fa 35 punti ci servono tre cori, sennò non basterebbero le parole”. Manuel e Gigia danno le ultime indicazioni tecniche ai percussionisti: tutto deve essere perfetto per quella che potrebbe essere la gara del terzo scudetto bianco-rosso. Finalmente un segnale stradale ci indica l’arrivo nell’area urbana milanese: la tensione inizia a salire, soprattutto quando il nostro autobus rimane intasato nel traffico milanese. Per fortuna c’è ancora qualche cosa da mangiare! E così, senza nemmeno accorgerci, arriviamo davanti all’ingresso del PalaLido. Sono le sette e dieci quando due poliziotti ci scortano fino all’entrata: intorno a noi tante sciarpe bianco-blu di Villa. “Questa sera sarà dura farsi sentire” mi dice Manuel. Io prendo le mie cose e saluto i Balusch augurandogli un buon tifo. Quando li vedo entrare, con i loro bandieroni e i loro tamburi so che metteranno tutto il loro cuore per dare il massimo supporto alle Colibrì; so che, qualsiasi sarà il risultato, continueranno a tifare e a lottare con le loro giocatrici. L’arbitro dà il fischio d’inizio; Berg va alla battuta. Il resto è già leggenda!

Articolo pubblicato sul numero di maggio 2010 di Pallavoliamo @ http://www.pallavoliamo.it/publishedpage.aspx?issueid=9cfd8242-9a5f-459b-8fde-9df860fe5bb3&pageid=93cd6dc2-12cf-49a8-800b-857a2f5b331e

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