Camp

Cinque anni fa, a causa di un brutto infortunio, ho dovuto dire addio alla pallavolo. Da quel giorno pensavo che non avrei più riprovato quelle sensazioni che solo il volley sa regalarti: il sentirti parte di una squadra dove ogni singolo elemento è fondamentale, il “5” del tuo compagno dopo una bella azione, l’abbraccio in mezzo al campo, il suono secco di una schiacciata che colpisce il Taraflex o quello sordo di un muro ben fatto, e quel senso di complicità che si crea con il proprio coach e le proprie compagne. Tutte emozioni che avevo paura di aver perso per sempre. Ho dovuto aspettare sei anni prima di poterle rivivere sulla mia pelle, e ciò è avvenuto grazie ad un camp estivo, il “Volley Jam Camp”: un mese passato con giovani di tutta Italia accomunati da una sola passione; un mese passato tra sedute di allenamento alla corte di coach Salvagni della Chateau d’Ax o sotto l’occhio attento di Abbondanza di Villa Cortese. Ventiquattro ore al giorno all’insegna di tutto quello che la pallavolo è e può regalare: partite, sudore, spirito di gruppo e sana competizione. Tutte le mattine centinaia di giovani si ritrovavano nei campi di gioco per allenarsi ore e ore anche sotto il sole cocente, incitandosi e spronandosi a vicenda, ciascuno per dare il massimo di fronte ai loro coach d’eccezione: un condensato di quello spirito sportivo di cui sentivo tanta mancanza. E certo, c’erano anche loro: i giocatori professionisti. Il poter condividere la giornata con Paola Croce, Francesca “Cisky” Marcon, Davide Saitta o Francesca Ferretti metteva a tutti un’energia unica ed incontrollabile. Il poter palleggiare con Davide o Francesca, ricevere assieme a Paola o a Cisky spingeva tutti a dare il meglio di sé e ad impegnarsi al massimo per non sfigurare di fronte ai propri idoli. “Essere in campo con i professionisti è un’ emozione unica. Si ha tanta voglia di dimostrare quanto si vale…e sicuramente ti immagini un futuro pallavolistico come loro!” ha detto Francesca, una delle centinaia di giovani che ha preso parte al “Volley Jam Camp”. E poi “cacchio non è da tutti i giorni trovarsi in campo con un Maurizio Latelli che si mette lì a palleggiare con te” ha detto con tanto entusiasmo Arianna; è stata una forte emozione. Ti dava tanta voglia di lavorare per mettercela tutta...e soprattutto ti metteva tanta voglia di imparare” ha confermato anche Giulia. Il camp è infatti anche una maniera per “rubare” alcuni segreti a chi della pallavolo ha fatto la propria professione. E vedere l’attenzione con la quale tutti osservano il gesto tecnico di un determinato fondamentale o la voglia di scendere in campo per ripeterlo sono a dir poco incredibili. E i giocatori e professionisti si prestano volentieri a fare da modelli o a svelare qualche trucchetto per palleggiare meglio o per piazzare un bel muro in faccia al proprio avversario. “Credo che la presenza dei “campioni” sia molto importante perchè per i campers il campione e' la persona che in un qualche modo e' “arrivata” e, per questo, da prendere come esempio da imitare. Io ho notato che quando mostravo gli esercizi e parlavo, i ragazzi erano attentissimi e dopo tutti provavano a ripetere il gesto appena visto” ha detto Francesca Ferretti. “Il mio allenatore diceva che “osservare” è il miglior tipo di allenamento possibile. Vedere in campo giocatori bravi e riuscire a cogliere i piccoli particolari che caratterizzano il loro gioco permette ai ragazzi di portarsi a casa un bagaglio importante che potranno poi applicare quando torneranno nei loro club” ha spiegato Davide Saitta. E anche il camp può aiutare gli stessi professionisti: “l’essere un modello per i giovani mi rende orgoglioso e ti spinge anche a migliorarti per essere il miglior modello possibile”. Il camp è quindi un ambiente nel quale i giovani possono crescere secondo i valori della pallavolo e dello sport in generale: “e lo sport è l’aspetto più democratico della vita perché rende tutti uguali” ha concluso Salvagni.

Un’esperienza, di vita e di volley, che conquista davvero tutti, dai campioni ai più piccoli, a chi la pallavolo la gioca e a chi come me ce l’ha nel cuore.

Articolo pubblicato sul numero di aprile 2010 di Pallavoliamo @ http://www.pallavoliamo.it/publishedpage.aspx?issueid=2f41ab76-02e3-401e-883f-ca33a4fca0f1&pageid=78146069-ba2c-462d-b691-f9c6637d3cd8

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