Carmen Turlea
Classe 1975; eletta miglior realizzatrice della Findomestic Cup due volte in A1 e una in A2; uno scudetto vinto con la maglia della Foppapedretti Bergamo nel 2002 e una promozione ottenuta con la Unicom Starker Sassuolo nel 2007. Carmen Turlea, attuale opposto della Yamamay Busto Arsizio, non ha certo bisogno di altre presentazioni: dal 1997, anno del suo arrivo in Italia, è ormai una vera e propria stella del panorama pallavolistico nazionale. Con le sue doti atletiche e la sua bellezza ha infatti conquistato davvero tutti. Ma guai a mischiare le due cose: “La mia bellezza poteva aiutare nei rapporti umani con le altre persone, ma in campo, non ha mai contato nulla: essere una ragazza carina non ha mai influito negativamente o positivamente sul mio gioco. Io poi non ho mai fatto altre cose oltre alla pallavolo”. Una devozione verso questo sport che ha portato Carmen a lasciare la sua città, Cisnădie, in Romania, per approdare alla PVF Matera in un periodo di grandi cambiamenti per il volley italiano: “Quando sono arrivata in Italia, lo spazio lasciato alle giovani era molto più ristretto che adesso. Ho beccato gli anni in cui qui c’erano mille straniere, gente fortissima che per le giovani rendevano le cose difficili, soprattutto per le italiane. Adesso non è più così: con il numero limitato, le straniere forti ci sono, ma in numero minore, c'è più spazio anche per altre ragazze; il campionato italiano è sempre tra i migliori ma con altre risorse”.
Ed è proprio a Matera che Carmen si è formata ed ha iniziato la sua scalata nel nostro campionato: “Matera è sicuramente la mia città preferita, perché è stata la prima e sono rimasta lì subito per tre anni. Sono stata davvero bene e ho sempre un bel ricordo di quei luoghi e di quelle persone: mi trovavo bene con la gente del luogo e mi sento molto legata a loro. Desidero sempre tornare in quei posti. Inoltre, avevo delle compagne fantastiche, come Mangifesta, Paccagnella e Fontanesi che hanno fatto la storia di questa squadra”. Altra tappa fondamentale nella carriera di Carmen, è stata Bergamo, con la quale l’opposto rumeno ha giocato per due stagioni e ha vinto uno scudetto: “L’anno di Bergamo è stato bello sotto tanti punti di vista: scudetto vinto, una Coppa Campioni persa . Mi ha dato tanto, è stato un anno bellissimo”. Visti i grandi risultati ottenuti in campo, Carmen ha vestito anche la maglia della sua nazionale: un’esperienza davvero significativa, ma che le ha lasciato anche dell’amaro in bocca per i pochi risultati ottenuti sia in campo europeo che internazionale: “Il livello nella nostra nazionale è basso perché dietro alla squadra non c'è un'organizzazione. Manca tutto, tecnici, staff, federazione...sulla carta avevamo una nazionale che faceva invidia a parecchi: oltre a me, anche Pirv, Nucu...avevamo davvero una bella squadra che però a causa dello stato delle cose non è mai riuscita ad avere grandi risultati...e poi adesso stiamo invecchiando, siamo tutte vecchie oramai!”
Ma la passione di Carmen verso la pallavolo è nata tanti anni prima, in Romania, quando la piccola seguiva sua madre - Marinela Neacşu, ex nazionale rumena – a tutti gli allenamenti : “Sono entrata in una squadra giovanile a dodici anni. La prima volta in palestra,a furia di imitare mia madre e tutti i gesti che le vedevo fare, sapevo già fare tutto e molti si sono stupiti. La pallavolo me la porto dietro sin da piccola: grazie a mia madre sono infatti cresciuta a pane e pallavolo. Ma ho iniziato a giocare perché mi piaceva. I miei genitori avrebbero preferito che io facessi uno sport individuale: mi hanno portato a fare atletica, tennis, ma io niente. A me piaceva solo la pallavolo, e alla fine sono riuscita a fare quello che mi piaceva e, per fortuna, a farlo bene”. In Italia, Carmen ha cambiato molte squadre: da Matera a Bergamo, passando per Napoli, Chieri, Jesi e Sassuolo - dove si è fermata per ben 3 anni - per approdare infine a Busto Arsizio, la sua attuale squadra. “A me piacerebbe restare in un posto: non sono una persona molto espansiva e faccio fatica a girare sempre, ad integrarmi. Sfortunatamente, non mi sono trovata al posto giusto al momento giusto: a Sassuolo io speravo di poter rimanere, ma non è stato così, purtroppo. Gli altri anni, avrei voluto rimanere a Bergamo ma anche qui non c'è stata la possibilità. A volte poi ho fatto io stessa delle scelte sbagliate e mi sono trovata in squadre che non vedevo l'ora di lasciare!”.
Non è ovviamente il caso della Yamamay Busto Arsizio: “Per quel che riguarda la mia attuale squadra la vedo bene! Sono già ben inserita, mi piace sia sulla carta, sia come ci stiamo muovendo in campo. Certo, siamo un gruppo nuovo e abbiamo bisogno di lavorare tanto, ma possiamo toglierci delle belle soddisfazioni. È una formazione abbastanza equilibrata in tutti i fondamentali e in gamba dal punto di vista caratteriale. Inoltre, mi piace come lavora il nostro allenatore (Carlo Parisi,ndr.): è molto preciso e pretende molto da ciascuna di noi. Sono sicura che mi può ancora insegnare qualcosa, se sarò in grado di apprendere e di modificare il mio gioco, anche perché a questa età è difficile poter cambiare”.
Carmen, durante la sua carriera pallavolistica ha comunque dimostrato di avere quelle capacità di adattamento e di sacrificio tipiche delle vere campionesse: “In Romania facevo il posto 4 ma la cosa che mi veniva meglio era l'attacco e non la ricezione. Arrivata qui in Italia mi hanno cambiato di ruolo ed è stato Cuccarini l'allenatore che ha preso questa decisione e ha cambiato la mia carriera: grazie a lui sono diventata un'opposta”. Dopo quasi dodici anni nel nostro Paese, Carmen è ancora molto legata alle sue origini rumene, ma è molto critica nei confronti dei suoi connazionali: “Ho tanti bei ricordi della mia famiglia, i nonni con cui sono cresciuta, gli amici che nonostante gli impegni della pallavolo avevo anche io. Mi manca la mia famiglia, anche se qui mi sono creata degli amici. Ma oltre a i miei non mi manca niente. Infatti i rumeni mi fanno arrabbiare molto: se ci sono certe opinioni negative, infatti, è anche colpa loro. Quando sono arrivata io qui, la Romania non era vista così. Ci sono tante persone che lavorano qui in Italia e che sono onesti lavoratori. Sono queste persone a pagare la reputazione di pochi che hanno inciso negativamente. Anche se certi rumeni qui si comportano male, è giusto difendere quelle persone che pur lavorando onestamente ed impegnandosi dalla mattina alla sera, vengono viste in maniera negativa. L'ingresso nella comunità europea ha sicuramente amplificato questo problema ma ovviamente non è tutto così...”. La Romania quindi sembra ormai far parte del passato della giocatrice della Yamamay: il suo presente e il suo futuro sono tutti qui in Italia. “In futuro mi vedo qui in Italia, possibilmente nella mia casa al mare, a Cervia dove mi piace vivere sia in estate che in inverno. Mi piacerebbe inoltre avere una famiglia, avere dei figli. Con l'età si sentono sempre di più queste cose e cresce la necessità di prendere una strada anche diversa dalla pallavolo, una cosa diversa che dia dei nuovi stimoli. Ma adesso non saprei cosa: la pallavolo mi prende troppo, e non è facile trovare una cosa che ti piace fare allo stesso modo”.
La pallavolo: tutta la vita di Carmen sembra concentrarsi intorno a questo sport. Quali sono allora i suoi sogni sotto rete? “Personalmente non vorrei niente. Preferirei vincere con la squadra, perché alla fine anche se fai un bella prestazione e la squadra perde non sei contenta lo stesso. È molto meglio essere felici tutti piuttosto che fare un’ottima prestazione personale che fa piacere solo a me”. Un pensiero in linea con il carattere di Carmen, una ragazza che ama stare con gli altri e condividere con loro momenti importanti: “Mi piace stare in compagnia, ma non mi propongo. Se c'è qualcuno che mi trascina io sono felicissima di seguirla. Inoltre, mi piace uscire con le mie compagne per andare fuori a mangiare,quando Carlo ( Parisi, ndr.) ci dà del tempo libero. In realtà, mi piacerebbe essere più espansiva. Una cosa che non vorrei cambiare invece è il modo sincero ed onesto di propormi con le persone che mi stanno a fianco”.
A proposito di uscite; il 18 novembre Carmen spegnerà 34 candeline sopra la sua torta, ma non sarà però facile poter organizzare i festeggiamenti :“Non ho pensato molto a questo compleanno…non so ancora se avrò la possibilità di festeggiarlo con le mie amiche: dipende tutto dai nostri impegni. Quando ero piccola, per il compleanno, i miei mi organizzavano le feste con i miei compagni di scuola e gli amichetti...ho ancora in mente i sapori di casa mia, della cucina della nonna e della mamma, la carne di maiale, gli involtini con la verza...ora invece è difficile riuscire a festeggiare come vorrei. Spesso infatti il compleanno capita in mezzo alla settimana, in concomitanza con una partita o una trasferta e quindi si fa fatica ad organizzare qualcosa. E poi, sinceramente, io non sono portata per organizzare le feste!”. Anche se la festa non si farà, Carmen, come tutte le festeggiate, ha però tutto il diritto di esprimere i suoi desideri: “ Un desiderio davanti alla torta? Il primo non si può dire, anche perché se lo dicessi non si avvererebbe…il secondo…sono troppi, non riesco a sceglierne uno!”. Tanti i desideri che la giocatrice rumena vorrebbe esprimere; ma il regalo più grande, Carmen lo ha ricevuto già alcuni anni fa: "Di regali importanti, ce ne sono stati, alcuni anche di importante valore. Sin da piccola avevo sempre desiderato di avere un cane, e questo è stato un regalo di tanti anni fa...il regalo più bello. Il mio rapporto con Sara è morboso, non si stacca un secondo, mi dà veramente tanto; quando torno e sono un po' arrabbiata, basta che la veda e passa tutto: mi fa le feste, vuole giocare, vuole le coccole. Non ce la fai a tenere il broncio con lei”. Carmen dimostra in ciò un lato molto dolce e sensibile: non proprio le caratteristiche di uno scorpione, il suo segno: “ Non pungo come uno scorpione...ma mi potrei arrabbiare per un'offesa fatta in un momento molto sensibile, ma poi mi passa e basta; non sono vendicativa però. In generale anzi, sono abbastanza pacifica” . Uno scorpione un po’ atipico verrebbe da dire. Ma Carmen, non sembra credere completamente all’oroscopo: “Non sono una patita dello zodiaco, ma tutte le volte che mi è capitato di leggere il mio oroscopo, mi sono ritrovata in quello che c’era scritto. Normalmente lo leggo nei momenti poco felici della mia vita, con la speranza di trovare qualcosa che mi tiri su, e succede che ci sia la frase giusta, ma non per esempio per sapere come andrà una partita”.
Rimanendo in tema di credenze, l’opposto rumeno, pur cambiando numerose squadre, ha sempre indossato la maglia numero 6, sin da quel lontano esordio a Matera, anche se, assicura l'atleta, ciò non ha nulla a che fare con le superstizioni: “Il numero 6 è stato casuale il primo anno in cui sono arrivata in Italia, ma siccome è stato un anno bello è diventato mio in tutte le altre squadre”. A 34 anni, con una carriera costellata di grandi successi, e il numero 6 nuovamente sulle spalle, Carmen Turlea si appresta a vivere questa nuova stagione con la Yamamay Busto Arsizio: e con 74 punti in sole 4 partite, c’è da credere che anche quest’anno Carmen sarà una delle protagoniste della Findomestic Cup.
Articolo pubblicato sul numero di novembre 2009 di Pallavoliamo: link @ http://www.pallavoliamo.it/publishedpage.aspx?issueid=a018dbef-9f58-4475-bdf5-d8e1af51d056&pageid=db66a42c-ffa4-4e56-a582-6bb4bc4eae43
Ed è proprio a Matera che Carmen si è formata ed ha iniziato la sua scalata nel nostro campionato: “Matera è sicuramente la mia città preferita, perché è stata la prima e sono rimasta lì subito per tre anni. Sono stata davvero bene e ho sempre un bel ricordo di quei luoghi e di quelle persone: mi trovavo bene con la gente del luogo e mi sento molto legata a loro. Desidero sempre tornare in quei posti. Inoltre, avevo delle compagne fantastiche, come Mangifesta, Paccagnella e Fontanesi che hanno fatto la storia di questa squadra”. Altra tappa fondamentale nella carriera di Carmen, è stata Bergamo, con la quale l’opposto rumeno ha giocato per due stagioni e ha vinto uno scudetto: “L’anno di Bergamo è stato bello sotto tanti punti di vista: scudetto vinto, una Coppa Campioni persa . Mi ha dato tanto, è stato un anno bellissimo”. Visti i grandi risultati ottenuti in campo, Carmen ha vestito anche la maglia della sua nazionale: un’esperienza davvero significativa, ma che le ha lasciato anche dell’amaro in bocca per i pochi risultati ottenuti sia in campo europeo che internazionale: “Il livello nella nostra nazionale è basso perché dietro alla squadra non c'è un'organizzazione. Manca tutto, tecnici, staff, federazione...sulla carta avevamo una nazionale che faceva invidia a parecchi: oltre a me, anche Pirv, Nucu...avevamo davvero una bella squadra che però a causa dello stato delle cose non è mai riuscita ad avere grandi risultati...e poi adesso stiamo invecchiando, siamo tutte vecchie oramai!”
Ma la passione di Carmen verso la pallavolo è nata tanti anni prima, in Romania, quando la piccola seguiva sua madre - Marinela Neacşu, ex nazionale rumena – a tutti gli allenamenti : “Sono entrata in una squadra giovanile a dodici anni. La prima volta in palestra,a furia di imitare mia madre e tutti i gesti che le vedevo fare, sapevo già fare tutto e molti si sono stupiti. La pallavolo me la porto dietro sin da piccola: grazie a mia madre sono infatti cresciuta a pane e pallavolo. Ma ho iniziato a giocare perché mi piaceva. I miei genitori avrebbero preferito che io facessi uno sport individuale: mi hanno portato a fare atletica, tennis, ma io niente. A me piaceva solo la pallavolo, e alla fine sono riuscita a fare quello che mi piaceva e, per fortuna, a farlo bene”. In Italia, Carmen ha cambiato molte squadre: da Matera a Bergamo, passando per Napoli, Chieri, Jesi e Sassuolo - dove si è fermata per ben 3 anni - per approdare infine a Busto Arsizio, la sua attuale squadra. “A me piacerebbe restare in un posto: non sono una persona molto espansiva e faccio fatica a girare sempre, ad integrarmi. Sfortunatamente, non mi sono trovata al posto giusto al momento giusto: a Sassuolo io speravo di poter rimanere, ma non è stato così, purtroppo. Gli altri anni, avrei voluto rimanere a Bergamo ma anche qui non c'è stata la possibilità. A volte poi ho fatto io stessa delle scelte sbagliate e mi sono trovata in squadre che non vedevo l'ora di lasciare!”.
Non è ovviamente il caso della Yamamay Busto Arsizio: “Per quel che riguarda la mia attuale squadra la vedo bene! Sono già ben inserita, mi piace sia sulla carta, sia come ci stiamo muovendo in campo. Certo, siamo un gruppo nuovo e abbiamo bisogno di lavorare tanto, ma possiamo toglierci delle belle soddisfazioni. È una formazione abbastanza equilibrata in tutti i fondamentali e in gamba dal punto di vista caratteriale. Inoltre, mi piace come lavora il nostro allenatore (Carlo Parisi,ndr.): è molto preciso e pretende molto da ciascuna di noi. Sono sicura che mi può ancora insegnare qualcosa, se sarò in grado di apprendere e di modificare il mio gioco, anche perché a questa età è difficile poter cambiare”.
Carmen, durante la sua carriera pallavolistica ha comunque dimostrato di avere quelle capacità di adattamento e di sacrificio tipiche delle vere campionesse: “In Romania facevo il posto 4 ma la cosa che mi veniva meglio era l'attacco e non la ricezione. Arrivata qui in Italia mi hanno cambiato di ruolo ed è stato Cuccarini l'allenatore che ha preso questa decisione e ha cambiato la mia carriera: grazie a lui sono diventata un'opposta”. Dopo quasi dodici anni nel nostro Paese, Carmen è ancora molto legata alle sue origini rumene, ma è molto critica nei confronti dei suoi connazionali: “Ho tanti bei ricordi della mia famiglia, i nonni con cui sono cresciuta, gli amici che nonostante gli impegni della pallavolo avevo anche io. Mi manca la mia famiglia, anche se qui mi sono creata degli amici. Ma oltre a i miei non mi manca niente. Infatti i rumeni mi fanno arrabbiare molto: se ci sono certe opinioni negative, infatti, è anche colpa loro. Quando sono arrivata io qui, la Romania non era vista così. Ci sono tante persone che lavorano qui in Italia e che sono onesti lavoratori. Sono queste persone a pagare la reputazione di pochi che hanno inciso negativamente. Anche se certi rumeni qui si comportano male, è giusto difendere quelle persone che pur lavorando onestamente ed impegnandosi dalla mattina alla sera, vengono viste in maniera negativa. L'ingresso nella comunità europea ha sicuramente amplificato questo problema ma ovviamente non è tutto così...”. La Romania quindi sembra ormai far parte del passato della giocatrice della Yamamay: il suo presente e il suo futuro sono tutti qui in Italia. “In futuro mi vedo qui in Italia, possibilmente nella mia casa al mare, a Cervia dove mi piace vivere sia in estate che in inverno. Mi piacerebbe inoltre avere una famiglia, avere dei figli. Con l'età si sentono sempre di più queste cose e cresce la necessità di prendere una strada anche diversa dalla pallavolo, una cosa diversa che dia dei nuovi stimoli. Ma adesso non saprei cosa: la pallavolo mi prende troppo, e non è facile trovare una cosa che ti piace fare allo stesso modo”.
La pallavolo: tutta la vita di Carmen sembra concentrarsi intorno a questo sport. Quali sono allora i suoi sogni sotto rete? “Personalmente non vorrei niente. Preferirei vincere con la squadra, perché alla fine anche se fai un bella prestazione e la squadra perde non sei contenta lo stesso. È molto meglio essere felici tutti piuttosto che fare un’ottima prestazione personale che fa piacere solo a me”. Un pensiero in linea con il carattere di Carmen, una ragazza che ama stare con gli altri e condividere con loro momenti importanti: “Mi piace stare in compagnia, ma non mi propongo. Se c'è qualcuno che mi trascina io sono felicissima di seguirla. Inoltre, mi piace uscire con le mie compagne per andare fuori a mangiare,quando Carlo ( Parisi, ndr.) ci dà del tempo libero. In realtà, mi piacerebbe essere più espansiva. Una cosa che non vorrei cambiare invece è il modo sincero ed onesto di propormi con le persone che mi stanno a fianco”.
A proposito di uscite; il 18 novembre Carmen spegnerà 34 candeline sopra la sua torta, ma non sarà però facile poter organizzare i festeggiamenti :“Non ho pensato molto a questo compleanno…non so ancora se avrò la possibilità di festeggiarlo con le mie amiche: dipende tutto dai nostri impegni. Quando ero piccola, per il compleanno, i miei mi organizzavano le feste con i miei compagni di scuola e gli amichetti...ho ancora in mente i sapori di casa mia, della cucina della nonna e della mamma, la carne di maiale, gli involtini con la verza...ora invece è difficile riuscire a festeggiare come vorrei. Spesso infatti il compleanno capita in mezzo alla settimana, in concomitanza con una partita o una trasferta e quindi si fa fatica ad organizzare qualcosa. E poi, sinceramente, io non sono portata per organizzare le feste!”. Anche se la festa non si farà, Carmen, come tutte le festeggiate, ha però tutto il diritto di esprimere i suoi desideri: “ Un desiderio davanti alla torta? Il primo non si può dire, anche perché se lo dicessi non si avvererebbe…il secondo…sono troppi, non riesco a sceglierne uno!”. Tanti i desideri che la giocatrice rumena vorrebbe esprimere; ma il regalo più grande, Carmen lo ha ricevuto già alcuni anni fa: "Di regali importanti, ce ne sono stati, alcuni anche di importante valore. Sin da piccola avevo sempre desiderato di avere un cane, e questo è stato un regalo di tanti anni fa...il regalo più bello. Il mio rapporto con Sara è morboso, non si stacca un secondo, mi dà veramente tanto; quando torno e sono un po' arrabbiata, basta che la veda e passa tutto: mi fa le feste, vuole giocare, vuole le coccole. Non ce la fai a tenere il broncio con lei”. Carmen dimostra in ciò un lato molto dolce e sensibile: non proprio le caratteristiche di uno scorpione, il suo segno: “ Non pungo come uno scorpione...ma mi potrei arrabbiare per un'offesa fatta in un momento molto sensibile, ma poi mi passa e basta; non sono vendicativa però. In generale anzi, sono abbastanza pacifica” . Uno scorpione un po’ atipico verrebbe da dire. Ma Carmen, non sembra credere completamente all’oroscopo: “Non sono una patita dello zodiaco, ma tutte le volte che mi è capitato di leggere il mio oroscopo, mi sono ritrovata in quello che c’era scritto. Normalmente lo leggo nei momenti poco felici della mia vita, con la speranza di trovare qualcosa che mi tiri su, e succede che ci sia la frase giusta, ma non per esempio per sapere come andrà una partita”.
Rimanendo in tema di credenze, l’opposto rumeno, pur cambiando numerose squadre, ha sempre indossato la maglia numero 6, sin da quel lontano esordio a Matera, anche se, assicura l'atleta, ciò non ha nulla a che fare con le superstizioni: “Il numero 6 è stato casuale il primo anno in cui sono arrivata in Italia, ma siccome è stato un anno bello è diventato mio in tutte le altre squadre”. A 34 anni, con una carriera costellata di grandi successi, e il numero 6 nuovamente sulle spalle, Carmen Turlea si appresta a vivere questa nuova stagione con la Yamamay Busto Arsizio: e con 74 punti in sole 4 partite, c’è da credere che anche quest’anno Carmen sarà una delle protagoniste della Findomestic Cup.
Articolo pubblicato sul numero di novembre 2009 di Pallavoliamo: link @ http://www.pallavoliamo.it/publishedpage.aspx?issueid=a018dbef-9f58-4475-bdf5-d8e1af51d056&pageid=db66a42c-ffa4-4e56-a582-6bb4bc4eae43
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