Il racconto da Pesaro del College Basketball Tour NCAA


Abituati alle grandi arene dei loro college, il vecchio palazzetto di Viale dei Partigiani sarà sembrato un piccolo campo d’allenamento ai giocatori di Notre Dame e alle atlete di St. Francis e New Mexico. Ma quel piccolo scrigno che sorge nel centro di Pesaro racchiude in sé la storia del basket italiano ed internazionale: da quando nel 1957 la prima squadra della città – che fino a quel momento aveva giocato le sue partite all’aperto – si trasferì tra quelle quattro mura, l’”hangar”  divenne il santuario del basket pesarese ed uno dei più difficili campi d’Europa da espugnare per le squadre avversarie. Un vero e proprio “inferno” dove il sesto uomo, situato a pochi centimetri dai giocatori in campo, si faceva davvero sentire ad ogni azione tanto da influenzare l’andamento delle partite (come nel 1989 quando una monetina colpì Dino Meneghin decretando la vittoria a tavolino di Milano nella finale scudetto).
Un palazzetto rovente, le cui mura trasudano basket da ogni poro, ma che nel 1996, dopo la costruzione del più capiente e futuristico BPA Palas,  rimase orfano del grande basket. Una scelta che all’epoca destò numerose polemiche e che fece storcere il naso ai tifosi più accaniti che ancora oggi invocano a gran voce di riportare i match della prima squadra in Viale dei Partigiani.
Forse questa richiesta non verrò esaudita – almeno nell’immediato futuro – ma finalmente, grazie all’impegno di Andrea Sciarrini, il vecchio “hangar” è tornato ad essere il teatro del grande basket. L’8 e il 9 agosto, infatti, lo storico palazzetto dello sport di Pesaro è stato il teatro del College Basketball Tour, il torneo che negli ultimi tre anni ha portato in Italia alcune delle più importanti squadre della NCAA americana. Con un buon seguito di tifosi e parenti, in città sono arrivate Notre Dame, St. Francis e New Mexico, pronte a mettere a punto le loro formazioni in vista dell’inizio dei rispettivi campionati.
Per le squadre americane questo tour rappresenta un test importante per prepararsi alla prossima stagione”-  ha spiegato Fabrizio “Bicio” Facendadurante la presentazione stampa del torneo – “e per questo era nostro dovere mettere insieme delle squadre competitive per permettere loro di effettuare un buon allenamento”.
E a vedere dai risultati in campo, l’esperimento sembra essere riuscito. Nel match inaugurale dell’otto agosto, le “sirene” si sono infatti arrese alla St. Francis solo a fil di sirena con il punteggio di 69-71; un match davvero equilibrato dove le “sirene” si sono fatte valere impensierendo le “Red Flash”. A farsi notare è stata soprattuttoCamilla Valerio, la guardia di Bolzano che  ha ricevuto persino una proposta di ingaggio da parte del college americano: “appena è finita la partita l’allenatore della St. Francis si è avvicinato e mi ha fatto i complimenti per come avevo giocato” – racconta Camilla – “parlava in inglese, e io, beh, non capivo molto… così un signore di Pesaro mi ha tradotto tutto. Prima mi ha chiesto quanti anni avevo e se ero una professionista; poi mi ha chiesto se volevo andare a giocare negli Stati Uniti nella loro università. Non me lo sarei mai aspettato, davvero: è stato emozionante e non sapevo neppure cosa rispondere. Ci siamo scambiati le email e i numeri di cellulare: io ho già firmato con Salerno per la prossima stagione, ma non voglio chiudere nessuna porta soprattutto se si tratta degli Stati Uniti dove sarebbe un vero sogno giocare. Però voglio rimanere con i piedi per terra e non farmi troppi viaggi mentali: prenderò le cose come verranno!”.
Più complessa e più a senso unico, la partita del nove agosto contro Nex Mexico, vinta dal team di Yvonne Sanchez, nominata terzo allenatore dell’anno, con il punteggio di 54-70. “Nelle donne il divario è stato solo di profondità di roster” – ha commentato Andrea Sciarrini – “e nella condizione atletica, le nostre “sirene” tecnicamente eran superiori e avrebbero meritato sicuramente almeno la prima vittoria”.
Tutti gli occhi erano però puntati sul big match tra gli Adriatic Sea Tritons e la University of Notre Dame, una partita che verrà anche trasmessa in differita da Sport Italia, proprio a sottolineare l’importanza dell’evento. Una partita che ha avuto un buon sviluppo, con le due formazioni che per una  trentina di minuti hanno giocato quasi alla pari; poi, la condizione atletica e la grande qualità a disposizione di Notre Dame hanno fatto la differenza:  prendendo il largo ed offrendo tante giocate spettacolari, il match si è chiuso nettamente a favore delle stelle di coach Brey (59-90) con  Zach Auguste (15 punti e 10 rimbalzi), Steve Vasturia (18 punti) e seniorPat Connaughton (16) sugli scudi. Dalla parte dei “tritoni” pesaresi (best scorer Alessandro Amici con 13 punti), hanno però pesato le assenze dei big come Dordei, Fultz e Maggiotto e la poca preparazione: “fisicamente s’è sentita la loro stazza a rimbalzo e la loro condizione a tutto campo (soprattutto gli ultimi minuti della partita)” – ha commentato Sciarrini a fine partita – “grande onore però ai nostri che hanno comunque sempre lottato con volontà nonostante siano ancora tutti in vacanza”.
Dello stesso avviso è anche Bicio Facenda che, da vera anima della sua squadra,  in campo si è fatto notare per giocate spettacolari ma soprattutto per gli incitamenti ai propri compagni: “è stata una partita  spettacolare e carica d’ intensità agonistica. I ragazzi di Notre Dame sono stati al di sopra delle aspettative; strepitosi dal punto di vista fisico, tecnico e della professionalità portata sul parquet. Però i nostri non sono stati da meno: nonostante fossero quasi tutti in pieno periodo di relax, si sono concessi – su mia personale e stressante richiesta – di partecipare all’evento. Non mi resta che dire: grazie ragazzi strepitosi!
Ma a colpire maggiormente Bicio è stato un altro aspetto: “l ‘impressione (strabiliante) che ho avuto non è stata data solo da specifici e singoli atleti, ma da una “mentalità” portata dal vivo a Pesaro da Notre Dame che ci fa intendere come lo sport più completo ed affascinante del mondo sia inteso dai maestosi college statunitensi. St. Fancis, New Mexico e Notre Dame ci hanno illuminato su come va inteso lo sport a questi livelli ”.
Un insegnamento vitale per una città come Pesaro che vive di basket e che vuole ancora tanto basket; un insegnamento che potrebbe aiutare a riportare il grande basket in città e chissà, far riaccendere e infuocare quell’hangar che da ormai troppi anni, sembra essere stato relegato ad un ruolo da comprimario. Appuntamento quindi il 20 e il 23 agosto, quando a Pesaro arriveranno St. John’s e l’illustre Boston University.

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