Il "giocattolo" si è rotto: Scavolini Pesaro, il punto sull'esonero di Tofoli

“Il giocattolo si è rotto”, così in tempi ancora non troppo sospetti un tifoso di Pesaro aveva descritto la prematura uscita delle Colibrì dalla corsa scudetto. Mai parole furono più profetiche. L' addio di un baluardo bianco-rosso come capitan Guiggi già da solo aveva messo fine ad un'era: un'era che definire “d'oro” può sembrare un eufemismo, visti i tre scudetti consecutivi, le tre Supercoppe e la Coppa Italia vinti tra il 2008 e il 2011. “Il giocattolo si è rotto” . Vero. E per il momento la classifica parla chiaro: 0 punti in classifica, con 2 soli game vinti e una squadra irriconoscibile in campo, non tanto per il gioco ma quanto per l'atteggiamento. Almeno questo è quello che si è visto fino a questo momento, giorno in cui Tofoli è stato esonerato per lasciare posto a Luciano Pedullà, il professore della pallavolo chiamato a restituire lo smalto perduto alla squadra pesarese.

Ma quali sono le cause che hanno portato alla rottura di questo “giocattolo” che fino ad allora era sembrato indistruttibile, inossidabile e divertente? Sui vari forum dedicati alle tricampionesse d'Italia impazzano le “toto-colpe”.

Un folto schieramento si è accanito contro l'ex coach Tofoli appellandosi all'ormai classico detto “non sempre un grande giocatore può diventare un grande allenatore”. Le colpe attribuite al tecnico fanese sarebbero una poca “efficacia” nei time-out e una gestione troppo “bonaria” del gruppo...in poche parole, Tofoli non sarebbe in grado di alzare la voce quando ce n'era bisogno. Se ciò fosse vero, sempre secondo questo schieramento, l'arrivo di Pedullà dovrebbe risolvere almeno in parte questi due problemi: il “professore” non è uno che ci pensa due volte ad usare la “bacchetta” quando qualcosa non va in campo e soprattutto è un tecnico capace di motivare al meglio le sue atlete, specialmente quelle più giovani.



Un altro fronte si schiera contro la campagna acquisti fatti dai dirigenti bianco-rossi rei di aver valutato male alcune giocatrici e di aver allestito una squadra poco competitiva, ben al di sotto delle aspettative e di una classifica di alto livello. In particolar modo, le colpe maggiori sarebbero state poi quelle di aver allontanato giocatrici ben contente di rimanere – vedi Flier e Usic - e di aver cambiato per circa 2/3 l'intera rosa, tenendosi strette giocatrici che già nella passata stagione avevano assai stentato – vedi Manzano e Saccomani. Ad alimentare questo filone di accuse ci hanno poi pensato le pesanti parole del patron Scavolini che in ben due occasioni ha minacciato di “abbandonare il volley” se i risultati tardassero ancora ad arrivare. In entrambe le occasioni Walter Scavolini ha apertamente accusato la società di aver investito male i suoi soldi e chiede che alcuni contratti vengano rivalutati. Parole che pesano quanto un macigno sulle spalle dei dirigenti che attraverso vari comunicati stampa si dicono rattristati delle parole del patron e dicono di assumersi le loro “responsabilità”.

Ma oltre agli accusatori, si è creato un compatto esercito di tifosi e appassionati pro giocatrici e società, uno schieramento che anche di fronte alle sei sconfitte in campionato ha sempre difeso a spada tratta Tofoli, Babbi, Sardella e giocatrici. A proposito dell'ex tecnico bianco-rosso, si è spesso parlato di sfortuna, incriminando la vicenda Hooker della scorsa stagione che ha fatto svanire i sogni della Champions League e un avvio di stagione travagliato dalle numerosissime assenze a causa della World League, assenze che non hanno mai permesso a Tofoli di avere la squadra al completo. Per quel che riguarda le giocatrici si rimpiangono alcuni nomi – Costagrande in primis – ma si dà anche tanta fiducia al gruppo capitanato da Francesca Ferretti, con la consapevolezza che ci vuole del tempo prima che tutti i meccanismi di gioco vengano ben oliati e che si instauri la giusta alchimia. Infine, le parole dello sponsor vengono viste più come un tentativo di scuotere l'ambiente che minacce da prendere sul serio.

Certo è, che nonostante questi fronti, dispiace vedere che in un momento di difficoltà in molti abbiano voltato le spalle ad una squadra che per molte stagioni è stata la protagonista assoluta del nostro campionato; dispiace leggere, non tanto da tifosa ma da sportiva, le pesanti accuse di Scavolini a riguardo della squadra e della società che per tre stagioni hanno portato il nome delle “cucine più amate dagli italiani” nel firmamento delle “big” del volley internazionale. Certo, lo sfogo è comprensibile vista la situazione, ma a molti il tono usato dal patron pesarese è sembrato eccessivo e soprattutto, non da appassionato. Dispiace ancora di più però vedere i tifosi di Pesaro diminuire sempre di più di numero sugli spalti del Palacampanara e di vederne ancora di meno alle trasferte. Sembra quasi che il tifo bianco-rosso abbia deciso di mollare proprio nel momento in cui le ragazze ne abbiano maggiormente bisogno: fino a quando tutto andava bene si organizzavano autobus, cori e coreografie...ora il vento sembra cambiato e una certa “maretta” sembra essersi levata tra i Balusch e la società. Almeno per quel che si può leggere sul forum dei tifosi pesaresi a riguardo del poco appoggio da parte della società nei loro confronti e dai toni di alcuni commenti alle parole di Babbi sui tifosi.

“Il giocattolo si è rotto”: sembra essere la dura realtà. Ma come ci insegna la vita, i cicli iniziano e terminano: dopo uno caratterizzato dai grandi successi ne è iniziato uno di profilo più basso. E ci sta. Prima di diventare la Scavolini dei tre scudetti e delle emozionanti vittorie, la società pesarese era una piccola realtà dai piccoli risultati. Ciò che l'ha fatta diventare grande è stata la passione da parte dei dirigenti, sponsor, giocatrici e tifosi. Una passione che ha reso il “giocattolo” perfetto in tutte le sue componenti. Ed è così che presto ritornerà ad essere. Ma solo se tutti continueranno a crederci.

L'articolo originale e la foto di testata sono pubblicati sul numero di dicembre 2011 di Pallavoliamo nella rubrica Pallavvelenata.

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