Caterina Bosetti agli Europei Prejuniores 2011


Questi europei in Turchia per me sono stati una grande esperienza personale: oltre che sportiva: era infatti da tanto che non giocavo e mi serviva proprio fare un'esperienza del genere per ritrovare quel feeling con il campo che mi mancava davvero tanto. Infatti, avevo giocato un po' questa estate ma in campionato non ho ancora molto spazio. Quest'anno sono entrata più spesso rispetto alla scorsa stagione, ma non sono mai stata schierata per tutta la partita. Non potete immaginare quanto mi mancava stare in campo sin dalle prime battute e sentire quell'agitazione che si prova nel corso della partita! Inoltre, sapevo che sarei stata anche un punto di riferimento per le mie compagne più giovani e quindi sentivo di avere una grande responsabilità.

É stata quindi un'esperienza personale davvero bella che mi ha dato tanta fiducia e ricaricato in vista dei tanti impegni che mi attendono con Villa Cortese e con l'Under 18. Poi giocare in un palazzetto sempre molto affollato è un fattore di motivazione in più. Certo, il pubblico era tutto dalla parte delle turche e non si interessavano molto alle altre squadre, ma credetemi, è uno spettacolo unico vedere tante persone appassionate per la pallavolo.

Il pubblico turco, come è risaputo, è anche moto rumoroso ed è davvero partecipe durante le partite. Inoltre, il palazzetto nel quale giocavamo era legato a qualche scuola e quindi c'erano davvero tanti giovani. Nella finale contro la Turchia c'erano più di 5.000 persone pronte a sostenere la propria squadra e a rendere a noi avversarie la vita difficile. Diciamo pure che il fattore “pubblico” ha decisamente inciso sulla nostra performance nella finale: molte ragazze della nostra nazionale non erano abituate a giocare partite di questo livello, davanti a migliaia di persone che ti fischiano dietro mentre vai in battuta. In quella partita, siamo entrate in campo bloccate e ne siamo uscite bloccate: non siamo riuscite a combinare niente e così abbiamo rimediato un secco 3 a 0 senza riuscire a giocare. Davvero un peccato, visto che avevamo vinto tutte le partite fino a quel momento!

Potete quindi capire che il premio come “miglior ricezione” è stata una magra consolazione di fronte alla sconfitta: non me lo aspettavo e sinceramente neanche lo volevo. Avrei preferito molto di più vincere l'Europeo! Tra tutte le partite di questa rassegna, quelle che mi sono rimaste nel cuore sono state quella contro il Belgio e la prima contro la Germania. Quella contro la nazionale belga era infatti il nostro debutto e quindi ha avuto un sapore tutto suo. Il match contro la Germania, invece, è stata bello da giocare perché era l'ultimo del girone eliminatorio e, anche se non contava più nulla, vincere ha dimostrato che noi c'eravamo, che eravamo una vera squadra. Poi arrivare in finale è stato un risultato davvero positivo: non è semplice inserirsi in un gruppo formato da ragazze con cui non hai mai giocato prima d'ora.

Inoltre, io non conoscevo nessuna delle mie compagne persoanalmente: era come iniziare tutto da capo. Certo, sapevo che eravamo tutte giocatrici forti nonostante la giovane età, ma siamo state brave ad adattarci bene alle necessità della squadra. Per quel che mi riguarda, per esempio, io mi sono adeguata in ricezione prendendo più campo e poi la nostra palleggiatrice è stata in grado di gestirci molto bene. Questo secondo posto è stato il frutto dell'aiuto di noi tutte! Siamo inoltre riuscite a creare un gruppo unito: talmente unito che alla fine ho “contagiato” con i riti scaramantici anche le mie compagne! Io sono molto ma molto scaramantica: per esempio, fermo i capelli sempre le stesse mollettine, allaccio sempre prima una scarpa e poi l'altra e indosso sempre le stesse cose. L'unica cosa che non faccio è ascoltare la musica: non so perché, ma a me porta un po' “sfiga”! Comunque, alla fine della settimana insieme, anche quelle che di questi riti non ne capivano nulla, si sono lasciate trasportare in questi piccoli gesti.

Per non parlare poi dei famosi “occhi di Allah”, degli amuleti che vendevano in tutte le bancarelle di Ankara e che naturalmente noi non ci siamo lasciate sfuggire. Diciamo che hanno fatto il loro dovere, almeno fino alla finale! Al di là di qualche breve passeggiata, tuttavia, non abbiamo avuto molto tempo per poter girare per la città o per fare molti acquisti. Per quello che ho potuto vedere mi è sembrata una realtà molto povera, molto distante da quella europea. Per quel che riguarda il cibo, invece, non ho potuto assaggiare nulla di tipico turco perché abbiamo sempre mangiato in hotel. Se devo dirla tutta, però, non abbiamo mangiato mai bene: non so se era colpa del nostro hotel o se la cucina turca è davvero pessima! Pensate che sono riuscita a perdere pure peso! Ma a parte la dieta un po' forzata, il bilancio di questo europeo è stato più che positivo.

Non so ancora se prossimamente giocherò ancora con la nazionale prejuniores o farò parte della juniores: quello di cui sono sicura è che questo gruppo si rifarà.... magari vincendo il mondiale!

Hoşça Kalın Caterina #14

Foto di testata dal sito Dallarivolley

Commenti

Post popolari in questo blog

College Basketball Tour 2015

Cuore di mamma: Enrica Merlo

Ginnastica Artistica: la forza del singolo