Stellina di papà: Stefania Dall'Igna

anche se questo è il soprannome con cui ti chiama tua madre anche a me piace tanto. Quest'anno ad Urbino stai affrontando una stagione davvero importante per te ed essendo la regista della squadra hai molte responsabilità. Sei arrivata sino a qua con le tue sole forze e senza chiedere troppe opinioni; in fin dei conti hai un bel caratterino e per questo non sempre sono riuscito a darti dei veri e propri consigli. Direi che, data la mia età, posso aver detto la mia opinione solo quando era in gioco il tuo futuro medio-lontano. È difficile dire se in questo tuo modo di fare tua sia più simile a me o a tua madre, ma forse sei più simile a lei. In ogni modo, qualsiasi siano i tuoi pregi e i tuoi difetti, tu sei così e così vai accettata…. Comunque riusciamo a parlare un po' di tutto, di argomenti più privati e quelli legati alla pallavolo, ma forse è anche per questo che ogni tanto ci scontriamo. Io non sono proprio un padre tifoso: diciamo che nei tuoi confronti e per lo sport che pratichi sono più un critico/allenatore in quanto per come sono fatto, sono portato a pesare maggiormente
agli
elementi che hanno concorso a generare ciò che sto guardando in
campo e quindi un po' ad analizzare le tue performance in campo.
Ma
non dubitare nemmeno un attimo del mio entusiasmo verso te e la tua
professione. Ricordi quando ho sistemato sul praticello di casa una
rete per permettere a te e a tua sorella di giocare a volley o,
meglio considerata le vostre età, a minivolley? Che tu sia entrata
nel mondo del volley è stato un caso più o meno fortuito. Quando
eri in II° media eravamo riusciti a mettere in campo una squadretta
“passabile” per poter svolgere i Giochi della Gioventù. Non
giocando io a pallavolo, diciamo che da parte mia non c'è stata una
grande “influenza” su di te, ma certamente non ti ho mai
ostacolata verso questa scelta.Un poco più tardi si era intravista
la possibilità di una tua buona “riuscita” anche nel tennis ma,
data l’età e le amichette, hai preferito, sia pur forse di poco,
“dedicarti” al volley. Poi una volta che sei entrata
“nell’ingranaggio”, ovviamente costituiva mio “piacere e
dovere” attendere a tutto il corollario fatto di partite,
allenamenti: in accordo con i miei orari di lavoro, ho cercato di
accompagnarti a tutti spesso agli allenamenti e alle partitelle,
sempre ai mini-tornei e durante i primi campionati minori. Da quel
campo un po' artigianale sei però arrivata a giocare nella serie
maggiore e quest'anno persino la Champions League.
Ricordo ancora
quando te ne sei andata da casa per la prima volta. Immagino che tu
lo abbia vissuto come tutti coloro che affrontano il primo distacco
da casa, con un po' di timore e allo stesso eccitazione. Qui
occorrerebbe ascoltare i ricordi di tua madre: è lei che sicuramente
avrebbe più cose da dire. Dal canto mio, certo mi dispiaceva, ma
alcune circostanze più personali possono aver mitigato il
“distacco”, e quindi reso il tutto più sopportabile anche per
me! Fortunatamente, inoltre, fino a questo momento non hai dovuto
affrontare dei momenti troppo difficili nella tua carriera e questo è
un bene in quanto ti ha permesso di arrivare dove sei senza troppe
difficoltà. Di momenti da ricordare ce ne sarebbero davvero tanti ed
è per questo che non saprei dire quale è stato il momento più
emozionante della tua carriera: chissà se quest'anno arriverai ad
una finale di Champions o a vincere il campionato forse sarebbero
questi.... Immagino che in questi due casi il tuo tipico squillo
post-partita sarebbe molto più che festoso! Di solito non siamo io o
tua madre a mandarti messaggi, ma aspettiamo che sia tu a farti viva
e non so come, ma dal semplice squillo riesco a capire se la partita
sia andata bene o male. È come se avesse un tono diverso per un
momento allegro o meno. Quindi in attesa del prossimo, quello che ti
auguro nella vita e nella tua carriera è di avere
sempre fiducia, non solo in Dio, ma anche in sé stessa, per cercare
di superare al meglio le prove che la vita certamente ti porrà sul
suo cammino.
Con affetto,
Con affetto,
il
tu papà a volte “brontolone”
Mario
Mario
L'articolo originale è pubblicato sul numero di novembre 2012 di Pallavoliamo.it
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