Mi fido di te: Giulia Leonardi e Mousse


Si scrive RAGDOLL e si legge “ gatto coccoloso, affettuoso, casalingo, comodone e che
disdegna qualsiasi attività inutile”. Descrizione che mi cade a pennello, anche perché Giulia cercava precisamente un gatto “peluche”! Come cosa è un gatto peluche? Ve lo spiego con un esempio pratico. Avete in mente le palline dell'albero di Natale? Quale gatto non amerebbe staccarne qualcuna e giocarci a più non posso? Bè, io no. Pensate che in casa c'è un presepe a due piani e io non l'ho ancora degnato di uno sguardo! È per questo che le compagne di squadra della mia “mamma” insistono che io non sia un gatto ma un peluche! Sarà anche per il mio pelo: ne ho tantissimo e ne lascio un po' dappertutto, persino sugli abiti da gioco della mia padroncina! Ehm.... forse è perché invece di dormire nella mia bellissima e super accessoriata cuccia preferisco dormire dentro il catino dove Giulia mette i panni puliti, o perché adoro essere spazzolata tutte le mattine! Ma come dice “mamma”, è solo un piccolo inconveniente che nulla toglie al tanto amore e affetto che riesco a regalarle.

Da quando sono entrata nella sua vita, Giulia dice di sentirsi meno sola e più felice. Eh sì … quando quattro mesi fa ha deciso di prender un gatto l'ha fatto soprattutto per colmare quel senso di solitudine che a volte può prendere alle persone quando sono lontane da casa. Ma lei non voleva un gatto normale: voleva precisamente un gatto coccoloso come lei e soprattutto che potesse resistere in un piccolo appartamento.
Così, un giorno ha iniziato a fare delle ricerche su internet e dopo aver scovato la razza più adatta alle sue necessità - i Ragdoll – ha trovato un allevamento proprio qui a Milano. Non so bene come si sia decisa; l'unica cosa che so per certo è che appena mi ha visto è stato subito amore! Ero in mezzo a trenta altri cuccioli – una concorrenza spietata! Quello che l'ha colpita di più è stata però la mia coda mozza e tutta storta e i miei occhi azzurri... davvero irresistibili. E io che mi preoccupavo della mi codina rotta! È successo un giorno dentro la cuccia: uno dei miei “fratellini” un po' irrequieto mi ci è salito sopra e me l'ha rotta e così non è cresciuta! Diciamo che non sono proprio una dea greca, ed è per questo che ho un po' scombussolato le idee alla mamma che prima di conoscermi voleva darmi il nome di una divinità! Appena mi ha visto, però, ha trovato subito il nome adatto al suo nuovo peluche: Mousse! Come perché? Guardatemi: bianca e soffice come una mousse al cioccolato bianco! Pensate che se fossi stato un maschio mi avrebbe chiamato Raffaello come il cioccolatino!

Sono talmente coccolosa e affettuosa che passo tantissimo tempo appiccicata alla mamma: sul divano, sul letto – ma solo di pomeriggio – a farmi accarezzare o a darle tanti bacini. Ma come ho detto prima, i Ragdoll odiano ogni attività fisica. Lo so che non si addice molto ad un gatto la cui padrona è una campionessa di pallavolo, ma davvero non capisco come le possa piacere correre su e giù per il campo e rotolarsi per recuperare i palloni. Giulia ci ha provato ad avvicinarmi alla pallavolo comprandomi un mini pallone Mikasa, ma temo proprio di non essere portata per questo sport! Io la pallina me la passo da zampa a zampa....ma non chiedermi di andarla a recuperare contro un mobile! Al massimo posso giocare con le palline di carta stagnola: quelle sì che mi piacciono, sempre a patto che non ci siano troppi spostamenti da fare! O i fili: impazzisco per i fili. In realtà, Giulia mi ha comprato di tutto e di più – tanto che la sua compagna Cisky dice sempre che vorrebbe essere lei al mio posto – ma io quel tira-graffi alto quanto lei o tutti quei topolini proprio non li sopporto!

Sarà l'amore, che vi devo dire! Ho cercato di tenerlo nascosto alla mamma, ma lei mi ha colto in fragrante! Un giorno è uscita per andare a fare i pesi ma è dovuta ritornare perché si era dimenticata di una cosa. Io però mi ero data appuntamento con il mio amore alla finestra e così quando è entrata mi ha sorpreso mentre dal vetro lo stavo fissando. Ricordo ancora le sue parole: “cos'è questo incontro pomeridiano d'amore?” Si è addirittura informata su chi fosse quel bel gattone – vuole sapere sempre tutto – e quando ha scoperto che era del vicino e che era un bravo gatto, mi ha dato la sua benedizione. Si è pure congratulata con me per i miei gusti!

Immagino di già il giorno del mio matrimonio: la mamma che mi prepara la pappa con tanta carne in umido – la mia preferita – e magari quella torta salata che mi è piaciuta tanto! O forse no....la torta salata potrebbe farle ricordare una mia marachella. Sarò coccolosa e molto ubbidiente, ma se si lascia una torta salata sul tavolino in bella mostra, non si può pretendere che uno non l'assaggi! Così, durante la notte, ho deciso di darle un morsetto; quando poi ho assaggiato il ripieno di uova, zucchine e prosciutto non ho resistito e me la sono spazzolata tutta. Non potete immaginare quanto era sconvolta Giulia quando la mattina si è alzata e ha scoperto il misfatto! Da quel giorno in poi non lascia più nulla sul tavolo incustodito ed è per questo che alle nove in punto inizio la mia solita cantilena per avere del cibo! La cosa buffa è che non so miagolare bene e quindi il mio lamento è ancora più straziante e obbliga Giulia a darmi subito la pappa!

So però farmi volere anche molto bene! Le compagne di squadra della mia padroncina impazziscono per me e quando vengono a trovarla mi riservano sempre tante attenzioni e soprattutto tante carezze. Persino la madre di Giulia alla fine ha dovuto cedere di fronte ai miei occhioni blu e alle mie fusa. All'inizio era contraria a prendere qualsiasi animale perché da piccola aveva sofferto tantissimo per la morte del suo gatto preferito, ma dopo che Giulia mi ha portato giù a Cesena si è talmente affezionata che ora quando telefona la prima cosa che chiede è “come sta Mousse”. So di essere amata e per un gatto questa è la cosa più importante. A Giulia glielo leggo nel volto ogni volta che torna dagli allenamenti e mi vede lì ad aspettarla, o quando mi parla della sua giornata e mi tiene stretta stretta a sé.

Lo so che tra me e lei c'è un legame unico e questa consapevolezza mi fa sopportare anche le mille fotografie che Giulia vorrebbe farmi ma che io odio dal profondo del cuore. Appena la vedo avvicinarsi con quel suo telefono cerco un rifugio o scappo a gambe levate. Ultimamente ho però adottato un metodo più efficace ovvero appoggiare il mio naso umido contro lo schermo in modo che la foto non venga bene!

Lo so che lo fa solo perché mi vuole bene e vorrebbe portarmi sempre con lei; e quindi io, per dimostrarle tutto il mio amore, le prometto qui che non cambierò mai e che le starò sempre vicino!

Parola di gatto coccoloso!


L'articolo originale è pubblicato sul numero di dicembre 2012 di Pallavoliamo.it

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