Olimpiadi: Wojdan Shaherkani, 90 secondi per fare la storia
LONDRA - La judoka Shaherkani, con un hiyab speciale, è la prima atleta donna del suo paese a prendere parte ai giochi olimpici. Il suo combattimento dura solo 90 secondi, ma tanto basta per entrare nella storia olimpica.90 secondi: un minuto e mezzo che entrano di diritto nella storia delle Olimpiadi moderne, non tanto per il valore sportivo, ma per quello simbolico e politico. La giovanissima judoka Wojdan Shaherkani, 16 anni, dell'Arabia Saudita, è infatti la prima donna a prendere parte ai Giochi Olimpici per il suo paese.
Poco importa se il combattimento contro la sua avversaria, la portoricana Melissa Mojica, nella categoria dei 78 kili, è durata una sola ripresa; poco importa se la sua cintura, la blu, è di due categorie inferiore a quella di tutte le altre atlete. Wojdan ha infatti vinto nel momento in cui ha fatto il suo ingresso sul tatami, applaudita da tutto il pubblico, con il suo hiyab speciale.
Inizialmente infatti, la judoka ha rischiato di non partecipare affatto a causa di una legge della Federazione Internazionale di Judo (la IJF) che proibiva l'uso del velo durante i giochi. Tuttavia, dopo numerose negoziazioni con il Comitato Olimpico (il COI) è stato permesso alle atlete dei paesi di religione mussulmana di gareggiare con dei hiyab speciali proprio per "rispettare la sensibilità culturale mussulmana".
Poco importa quindi se l'esperienza olimpica di Wojdan Shaherkani è durata 90 secondi: questo minuto e mezzo è stata una vera e propria pietra miliare dei Giochi Olimpici moderni. La yudoka non sarà comunque la prima e ultima atleta per l'Arabia Saudita: il prossimo 8 agosto toccherà infatti a Attar che prenderà parte alle qualificazioni per gli 800 metri nelle gare di atletica assieme ad altre atlete del Quatr e del Brunei che per la prima volta avranno accesso ai Giochi Olimpici.
In un'edizione delle Olimpiadi che vuole "ispirare un'intera generazione", questo di Shaherkani si spera sia un esempio che possa ispirare un intero paese.
Foto AP.
L'articolo originale è pubblicato su Vivere Italia del 04/08/2012
Poco importa se il combattimento contro la sua avversaria, la portoricana Melissa Mojica, nella categoria dei 78 kili, è durata una sola ripresa; poco importa se la sua cintura, la blu, è di due categorie inferiore a quella di tutte le altre atlete. Wojdan ha infatti vinto nel momento in cui ha fatto il suo ingresso sul tatami, applaudita da tutto il pubblico, con il suo hiyab speciale.
Inizialmente infatti, la judoka ha rischiato di non partecipare affatto a causa di una legge della Federazione Internazionale di Judo (la IJF) che proibiva l'uso del velo durante i giochi. Tuttavia, dopo numerose negoziazioni con il Comitato Olimpico (il COI) è stato permesso alle atlete dei paesi di religione mussulmana di gareggiare con dei hiyab speciali proprio per "rispettare la sensibilità culturale mussulmana".
Poco importa quindi se l'esperienza olimpica di Wojdan Shaherkani è durata 90 secondi: questo minuto e mezzo è stata una vera e propria pietra miliare dei Giochi Olimpici moderni. La yudoka non sarà comunque la prima e ultima atleta per l'Arabia Saudita: il prossimo 8 agosto toccherà infatti a Attar che prenderà parte alle qualificazioni per gli 800 metri nelle gare di atletica assieme ad altre atlete del Quatr e del Brunei che per la prima volta avranno accesso ai Giochi Olimpici.
In un'edizione delle Olimpiadi che vuole "ispirare un'intera generazione", questo di Shaherkani si spera sia un esempio che possa ispirare un intero paese.
Foto AP.
L'articolo originale è pubblicato su Vivere Italia del 04/08/2012
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