Urbino nella storia! Da Cenerentola a Regina d'Europa
C'era una volta una squadra di A2 che quasi per magia si è ritrovata nell'olimpo della serie A. C'era una volta, e c'è ancora verrebbe da dire. La favola della squadra ducale era infatti iniziata lo scorso anno quando al di là di ogni rosea aspettativa non solo aveva evitato la retrocessione, ma si era addirittura insediata nei piani alti della classifica, mettendo paura anche alle grandi del nostro campionato. Da molti soprannominata la “Cenerentola” del campionato, la squadra del presidente Sacchi ha saputo ripetersi anche quest'anno, anzi, ha saputo migliorarsi arrivando fino alle finale della coppa CEV. Un risultato storico per la squadra feltresca e per il suo condottiero, quel coach Salvagni che soli due anni fa si trovava ad Argenta in Emilia Romagna a giocarsi la salvezza con una squadra di seconda divisione. Che non si tratti di una partita qualsiasi lo si capisce subito all'entrare nel Palamondolce che, ad un'ora all'inizio del match, è già gremito di persone. Sugli spalti i Fedelissimi sono già tutti in posizione, pronti ad accogliere con un calorosissimo applauso le loro “12 stelle” e il loro “principe”.
Tutti sono consapevoli che questa sera Urbino potrebbe scrivere una pagina importante della storia del volley italiano, proprio come nel passato personaggi come Raffaello e il Duca di Montefeltro lo hanno fatto per l'arte e la storia. Non a caso, uno striscione con il volto dell'artista e con la scritta “Come Loro nella Storia” campeggia sulle balaustre del palazzetto. Per l'occasione i tifosi feltreschi hanno preparato delle grandi coreografie per le loro ragazze: bandiere, palloncini, sciarpe, corone “principesche” con i colori della città (blu e giallo). Tutto deve essere perfetto per “LA PARTITA”. Dopo il 3 a 0 dell'andata in Russia (21-25, 24-26, 20-25) tutti sperano e un po' credono nella vittoria di questo trofeo. Tutti sono però attenti a non sbilanciarsi troppo. Tra Urbino e la coppa ci sono infatti le ragazze della Dinamo Kasdonar desiderose di vendicarsi del punteggio subito a Mosca e consapevoli di dover dare il loro meglio per strappare tre set alle avversarie e giocarsi il tutto per tutto al Golden Set. A sostenere le loro ragazze sono arrivati ad Urbino ben 82 tifosi, armati di grandi bandiere e di trombette: certo, 82 contro 3.000 sono pochi, ma il loro arrivo all'interno dell'impianto è salutato da un lungo applauso delle stesse giocatrici. Per compiere l'impresa c'è bisogno anche del calore del pubblico. Il saluto tra le due squadre avviene sulle note dell'Inno di Mameli: questa sera Urbino rappresenta l'Italia intera e tutto il Palamondolce si unisce ai Fedelissimi creando un'atmosfera unica e quasi da stadio.
Il primo punto di Petrauskaite arriva proprio sulle parole finali “l'Italia gridò, Sì”. Lo scontro si fa subito acceso con Kodirova che blocca a muro e poi Di Iulio che risponde con una schiacciata sui tre metri. Il Krasnodar allunga sul turno di battuta di Kodirova portandosi velocemente sul 2-5. Urbino reagisce con Wilson che annulla a muro la pipe della Bukreeva e grazie ad un errore in battuta di Murtazaeva aggancia le avversarie a quota 6. Il tecnico Ovchinnikov ferma subito il gioco e al ritorno in campo le russe piazzano due muri ai danni di Petrauskaite (6-8). L'errore in attacco di Renatinha riporta il Krasnodar a +3: 6-9. La squadra moscovita trova due punti preziosi grazie ai pallonetti che colgono impreparate la difesa della Chateau D'Ax. Leonardi tiene bene la fast di Kodirova, ma Renatinha spreca la diagonale che da l' 8-12 alle avversarie. Questa volta è coach Salvagni a chiedere il minuto per parlare con le sue atlete. Ma il trend non cambia: l'ace di Bukreeva su Garzaro vale il 10-15, e dopo l'errore in battuta, il contrattacco di Murtazaeva porta il punteggio sul 11-17. Renatinha viene nuovamente tenuta a muro e sul punteggio di 11-18 Salvagni cambia la brasiliana con Jaline. Di Iulio cerca di caricare le sue compagne e Urbino, grazie anche a due errori di Startseva, riesce a ricucire il gap di qualche punto (15-20). Ma non basta. Kodirova chiude il primo tempo negli ultimi metri del campo di Urbino regalando il set point alla sua squadra. Ci pensa poi Bukreeva a chiudere sul 18-25. I tifosi moscoviti esplodono in un fragoroso applauso mentre i tifosi feltreschi incitano a più non posso le loro giocatrici: “noi crediamo in questa vittoria” cantano al cambio di campo.
Il secondo set si riapre con Startseva in battuta e Jaline al posto di Renatinha. Questa volta è Urbino a partire in volata: Wilson tocca di là dalla rete un'allettante free ball (1-0); la pipe russa è fuori per il 2-0; Petrauskaite rompe il muro da posto 4 e il coach russo chiama subito il time out ,mentre il pubblico canta “vi vogliamo così”. L'errore di Wilson in battuta argina per il momento il dilagare della Chateau D'Ax, ma il vantaggio di tre punti resta invariato fino al primo time out tecnico grazie ad un muro di Wilson su Bukreeva e un recupero volante di Leonardi che salva in extremis un pallonetto russo. Ferreira attacca out e Urbino si porta sul 10-7. Ma la Dinamo non si arrende: Kodirova chiude la parallela su Petrauskaite e la squadra moscovita si porta a una sola lunghezza di distanza (10-9). Salvagni ferma tutto e chiama il time out anche per ridare sicurezza alla schiacciatrice lituana. Al ritorno in campo, infatti, il numero 7 urbinate realizza due attacchi a tutto braccio e con un ace riporta la squadra avversaria a quattro lunghezze di distanza. Il Krasnodar si riporta in scia con Ferreira (14-12), ma è Jaline in attacco a tagliare il traguardo del secondo time out tecnico per le padroni di casa (16-13). Il gioco si fa più intenso e le due squadre lottano su ogni punto: Dalila cerca molto Di Iulio, abile nello sfruttare le mani avversarie. E' proprio il capitano a mettere il pallone a terra dopo uno scambio prolungato che vale il 17-13. L'errore di Murtazaeva, poi, costa al Krasnodar il 20-15. Rogacheva cerca di fare la differenza, ma Leonardi copre tutto il campo. Urbino, nonostante una chiamata dubbia che suscita i fischi del pubblico, chiude il secondo set grazie all'attacco di Jaline (25-19).
La partita si riapre. L'avvio del terzo parziale è una copia del secondo: Urbino parte forte con l' ace di Di Iulio e poi il muro di Garzaro ai danni di Rogacheva (3-0). Il tecnico russo non ci pensa due volte e chiama subito il time out. La centrale trevigiana è padrona della rete e chiude di prima intenzione su un appoggio sbagliato delle avversarie (4-0). Dopo ben tre tentativi, Ferreira riesce a passare sul muro del numero 3 feltresco e a siglare il primo punto russo (4-1) . Bukreeva prova a tenere in corsa il Krasnodar (5-2, 5-3), ma poi viene murata da Garzaro (7-3). Jaline vola sopra il muro russo e realizza sia l'8-3 che il 10-4.L'entrata della brasiliana al posto di Renatinha ha decisamente dato i suoi frutti. Dalia gioca in primo tempo con Garzaro (11-6), poi Petrauskaite torna a graffiare con un attacco a tutto braccio e sul punto di Wilson (13-6) sembra che anche questo set sia segnato. Il Krasnodar prova a risalire con un muro su Dalia (15-10) ed un ace di Kodirova (19-15). Ma le ragazze di Urbino non si fanno sorprendere e siglano un break di tre punti grazie a Di Iulio che alterna attacchi forti a palle piazzate (22-15). La Dinamo prova a reagire e trova un contro break grazie a Bukreeva e a due errori delle padrone di casa. Sul 22-18 Salvagni chiama a raccolta le sue per il rush finale che si concretizza con gli attacchi di Wilson e Di Iulio (24-19). Il fallo di Startseva dà il punto finale alle feltresche che si aggiudicano anche questo terzo parziale (25-19).
Il sogno si fa sempre più reale e dagli spalti torna a riecheggiare l'inno nazionale. Wilson apre le danze del quarto set, ma poi non arriva a coprire un pallonetto millimetrico delle russe (1-1). Nell'azione successiva ci pensa però Leonardi a coprire dietro il muro. La parità dura fino fino al 4-4: poi due attacchi di potenza di capitan Di Iulio ed un muro su Ferreira spezzano l'equilibrio a favore delle padrone di casa. Jaline sigla la palla del primo time out tecnico; al rientro in campo, Urbino chiude il punto numero 9 dopo un' azione fatta da grandi recuperi da un lato e dall'altro del campo (9-5). Bukreeva spara fuori il lungo linea e poi Di Iulio inarrestabile chiude a muro su Startseva per il punto del' 11-5. Quando Ovchinnikov chiama il time out tecnico sugli spalti è già festa e sale forte il coro dei Fedelissimi. Al ritorno in campo la Dinamo Krasnodar sembra aver ormai alzato bandiera bianca: il fallo di Rogacheva, l'errore di Bukreeva e il muro di Di Iulio sul numero 18 russo decretano il +6 per Urbino(11-5). Il capitano della Chateau D'Ax continua a creare problemi in battuta e arriva l'ennesimo ace (13-6). Quando poi Leonardi compie l'ennesimo miracolo in copertura e Jaline chiude dalla seconda linea su alzata di Petrauskaite, il Palamondolce esplode in urla di gioia e scroscianti applausi. Alla seconda sosta tecnica il Krasnodar è già doppiato: 16-8. Ma c'è tempo per un ultimo brivido, quando con tre punti consecutivi la formazione russa si porta sul 17-11. Ma è solo un fuoco di paia. Jaline picchia forte e manda un messaggio molto chiaro al di là della rete. Dalia orchestra bene l'attacco liberando due volte Jaline che al secondo tentativo trova il punto del 20-13. Il muro della palleggiatrice urbinate e poi le mani out su attacco di Petrauskaite danno altri due punti fondamentali alle padrone di casa. Kodirova smorza gli entusiasmi dei 3.000 del Palamondolce con un buon primo tempo, ma il muro di Wilson sulla centrale russa mette l'ipoteca sulla partita (23-15). Il pubblico marchigiano inizia ad assaporare la vittoria che ora si fa sempre più vicina. I cori si fanno sempre più forti, e quando Petrauskaite mette a terra il punto numero 24 tutti saltano in piedi. Il primo tentativo di chiudere va però a vuoto, ma è ormai questione di secondi. Nell'azione successiva Ferreira tira forte ma sbaglia: il set si chiude sul 25 a 16 per la Chateau D'Ax.
Urbino si aggiudica così la sua prima CEV Cup, una competizione che ormai da anni sorride alle formazioni italiane - Scavolini Pesaro nel 2008, Asystel Novara nel 2009 e Yamamay Busto Arsizio nel 2010 solo per citare le più recenti. Ma la vittoria della Chateau D'Ax ha un pizzico di magia in più: da Cenerentola del campionato, Urbino è infatti passata ad essere la regina d'Europa.
L'articolo originale è stato pubblicato sul mese di aprile di Pallavoliamo (sezione LIVE) www.pallavoliamo.it
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