Streetball 3×3: alle Olimpiadi 2020 ci vogliamo essere anche noi!


350: tanti sono i tornei di StreetBall che si giocano in Italia durante tutto l’anno. Di  questi, 180 sono stati raggruppati dalla FISB, la Free Italian StreetBall,  associazione formatasi 2005 e che da tre anni ha allacciato un’importante collaborazione con la FIP, la Federazione Italiana Pallacanestro. “In pochi anni siamo passati dalla gestione di 60 tornei a quella di 180, e ciò che era nato come una semplice passione si è trasformato in un lavoro a tempo pieno.” – ci spiega David Restelli, presidente della FISB – “La collaborazione con la FIP è iniziata solo tre anni fa, grazie anche all’apertura da parte di Davide Paolini, presidente FIP Marche. Questa collaborazione è vitale per il movimento dello StreetBall in quanto non solo permette di avere una certa ufficialità nelle gare, ma garantisce anche maggiore visibilità e più circolazione di giocatori”.
Al momento, i numeri dicono che le regioni più attive sui “campetti” sono Toscana, Lombardia e Marche, con un giro di 2800 giocatori: “in realtà i numeri sono ancora esigui” – ci confessa il presidente “anche perché chi gioca basket da “campetto” per definizione non apprezza troppo le regole”.

Un’espansione che porterà nel 2020 alle Olimpiadi

Lo streetBall è un movimento in grande espansione, tanto che nel 2020 entrerà a far parte delle Olimpiadi: “abbiamo sei anni per migliorare e raggiungere il livello delle altre nazioni” – ribatte David. “Per migliorare innanzitutto il movimento dovrebbe avere molta più visibilità nei media e nella stampa. Qualcosa si sta muovendo, dato che questa estate Nuvolari ha trasmesso il World Tour ma è solo un piccolo tassello. A livello europeo siamo indietro: i nostri ragazzi al Campionato Europeo 3×3 che si è svolta a Bucarest, si sono classificati 15 su 16, mentre tra le ragazze nessuna squadra è riuscita a qualificarsi. Questo perché all’estero, nella serie A2 e nelle leghe minori, non girano molti soldi e quindi è facile trovare in campo uno sloveno, per esempio, che gioca in serie A piuttosto che un italiano di pari livello. Da noi, a scendere in campo sui campetti e nel 3×3 sono tutti ragazzi delle serie inferiori; e non sempre è facile farli giocare: i quattro ragazzi che hanno preso parte alle finali di Bucarest hanno avuto vari problemi per ottenere il nullaosta da parte delle proprie società”.

Ma ancora tanta strada da fare in Italia…

La conferma della “arretratezza” del movimento italiano ci viene anche da Alessandra Visconti, giocatrice della aLmore Genova e vera protagonista dell’estate sui “campetti” grazie  al titolo di campionessa italiana del 3×3 FIP a Cagliari, il secondo posto alle finali italiane FISB a Riccione e il bronzo ai mondiali universitari a Salvador de Bahia in Brasile: “A livello internazionale il 3×3 non è pallacanestro: è uno sport completamente diverso e dovremmo iniziare, anche in Italia, a guardare un po’ oltre al nostro naso! Quando siamo arrivate in Brasile siamo rimaste traumatizzate dal livello fisico delle partite. I contatti non esistono, per commettere un fallo devi “uccidere” la tua avversaria e forse, non lo fischiano nemmeno. Quello che ho notato nelle altre delegazioni è che chiunque era molto più informato di noi: sapevano tutti gli eventi passati e gli eventi futuri del 3×3 mentre noi siamo venute a conoscenza del mondiale quando ci hanno convocate! Non è normale! Bisogna informare ed informarsi per allargare il movimento italiano e diventare competitivi a livello internazionale!”.
la nazionale femminile di 3x3 (FISB)
la nazionale femminile di 3×3 (FISB)
E la situazione peggiora se ci si sofferma sul torneo femminile: “Il 3×3 in Italia è già di per sé molto indietro rispetto all’estero… se poi ci si sofferma sul femminile… ci troviamo proprio agli antipodi rispetto alle altre nazioni.” – sottolinea la giocatrice torinese – “Credo che si debba lavorare sulla mentalità e sulla partecipazione ai tornei estivi. Non tutte le mie colleghe cestiste sanno (e forse nemmeno i maschietti) che tutti i partecipanti ai tornei associati a 3×3 Planet, ottengono un punteggio che crea un ranking. I giocatori e le giocatrici più in alto del ranking possono essere convocate dalle rispettive nazionali per partecipare a torni come qualificazioni ad europei, europei e mondiali. Si parla di indossare la maglia azzurra!!!”.

Il sogno di poter rappresentare la propria nazione

Proprio la prospettiva di rappresentare la propria nazione è secondo David uno degli elementi su cui dovrebbe puntare il movimento dello StreetBall per avvicinare sempre più atleti: “questa estate ho avuto l’onore di essere il team-leader della nazionale azzurra ai Campionati Europei di Bucarest. I ragazzi della squadra erano atleti scelti direttamente dalla FIP per i buoni risultati ottenuti nel 2014. Ed è così che Giovanni Agusto (USD Pall. 4 Torri Ferrara), Andrea Bassani (ASD Basket Lecco), Andrea Negri (ASD Basket Lecco) e Luca Tedeschini (ASD LG Competition), tutti atleti provenienti dalla serie B, hanno indossato la maglia della nazionale: forse non sarà importante come quella di basket, ma è pur  sempre la nazionale italiana e rappresentare il proprio Paese è sempre motivo d’orgoglio”.
la nazionale italiana di 3x3 (FISB)
la nazionale italiana di 3×3 (FISB)
E poi, lo StreetBall è un ottimo esercizio estivo per i cestisti indoor: “fino a qualche anno fa, appena finivo la stagione regolare, smettevo completamente di allenarmi. Arrivavo a maggio/giugno che non volevo più sentir parlare di pallacanestro per la stanchezza fisica, ma soprattutto mentale. Ma….sbagliavo di grosso! E’ giusto, staccare la spina, ma il campetto stesso aiuta a farlo: non si hanno infatti le pressioni che potrebbero esserci in campionato e si gioca per il solo scopo di divertirsi” – ci conferma Alessandra – “Lo StreetBall è uno sport libero! Innanzitutto si gioca all’aria aperta: in molte città ci sono dei campetti in mezzo a parchi che sono davvero meravigliosi! Inoltre si gioca con i propri amici e quindi si ha la libertà di formare squadre che magari nel 5 contro 5 non potranno mai esistere. E’ poi uno sport libero dagli schemi: a livello amatoriale non esistono proprio! In Brasile, per esempio, la nostra “idea” iniziale svaniva quasi subito e si finiva a giocare sempre “a lettura” o uno contro uno. Ma, lasciatemelo, dire: la cosa più bella… è giocare senza coach!” scherza “Visco”.

Tante novità per le finali di Riccione!

Il count-down olimpico è quindi già iniziato; i nostri giocatori sono pronti a mettersi in gioco e la FISB sta già muovendo i primi passi verso un cambiamento indispensabile e non più rimandabile: tutti dovranno dare il massimo per portare i nostri atleti a giocare sul “campetto” più importante al mondo. Tanto che l’edizione 2015 è già in pieno allestimento: “Per le finali di Riccione – che si disputeranno a fine luglio- abbiamo in serbo tantissime novità e punteremo a far crescere il numero di tornei targati FISB”, ci svela David. Ed ora, grazie anche all’apertura da parte della Federazione Pallacanestro, i mezzi per migliorare ci sono e l’appuntamento olimpionico del 2020 non sembra più così irraggiungibile, tanto che sembra già lecito sognare: “inizialmente lo streetball lo vivevo come uno svago” – ci confessa Alessandra – “ma dopo aver toccato con mano la realtà di questo sport, non lo vivo più come un passatempo! E’ uno SPORT vero e proprio che probabilmente diventerà disciplina olimpica!!! Senza tanti giri di parole… il mio obiettivo è quello!
L'articolo originale è pubblicato su BasketLive.it in ata 1/12/2014

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