Floortje Meijners -italiano

“Precisa, piena di entusiasmo e molto positiva”, così si descrive la stessa Floortje Meijners durante la nostra intervista. Solitamente non è facile esprimere i propri sentimenti in una lingua che non è la propria, ma nella mezz’ora di chiacchierata in inglese con Flo, rimango catturata dalla sua energia e dalla sua simpatia: “almeno è così che mi vedono i miei amici, e chi sono io per contraddirli?”mi spiega ridendo. Quello che colpisce di più della giovane atleta è la sua determinazione e il suo impegno in tutte le cose fa: “io vivo nel presente e non sono una persona che fa troppi progetti futuri. Penso che l’importante sia fare del mio meglio ora… poi nel futuro si vedrà”. Una filosofia che ha permesso a questa giocatrice di lasciare già il segno in questa stagione: con 16 ace in 9 partite è al primo posto nella classifica delle battute vincenti. Un bottino non da poco se si pensa che il campionato è giunto solo ora al primo giro di boa. “il servizio è il mio punto forte, ma visto che è un po’ rischioso, penso di doverci ancora lavorare per migliorarlo. Ci sono ancora molte cose che devo perfezionare nel mio gioco, soprattutto in ricezione e in difesa. Sono sicura di poter crescere molto quest’anno perchè il livello qui in Italia mi permette di migliorare giorno dopo giorno. In Olanda questo non era più possibile!”. Ed è stata proprio questa voglia di migliorarsi e di cimentarsi con un livello più alto a portare Floortje alla Yamamay Busto Arsizio. Per la squadra lombarda quello per la schiacciatrice olandese è stato amore a prima vista: per questo ha atteso tre anni pur di averla tra le sue atlete. Tre anni. Tanto è durata la corte della società bustocca verso l’atleta di Oldenzaal. Ma come mai così tanto tempo? “Ho aspettato tre anni prima di prendere questa decisione. In realtà avevo avuto la possibilità di venire a giocare qui in Italia prima, ma quando Busto mi contattò la prima volta, non mi sentivo ancora pronta. Certo, rifiutare una chiamata dall’Italia non è stato facile anche perché sapevo che venire qui mi avrebbe permesso di migliorare molto nel mio gioco; ma penso che prima di partire è importante sentirsi pronti a compiere questo passo. All’epoca non avevo ancora finito i miei studi ad Amsterdam e quindi volevo essere sicura prima di prendere questa decisione anche perché mi sarei dovuta allontanare dalla mia famiglia”. Poi una visita al Pala Yamamay ha reso tutto più semplice: “Per una settimana sono stata ospite della società e in questo modo mi sono completamente decisa. In quell’occasione è scattata come una scintilla e ho subito provato una sensazione positiva verso questo progetto”. Inoltre la città di Busto, rispondeva a delle esigenze particolari della giovane olandese: “Quando ho dovuto decidere per quale club giocare, ho preso in considerazione tanti fattori tra i quali la società, l’allenatore e anche la possibilità di studiare vicino al posto in cui dovevo giocare. Può sembrare strano, ma anche l’idea di avere una città grande vicino era per me qualcosa d’importante. E Busto aveva tutte le carte in regola”. Prima di indossare in numero 9 delle “farfalle” della Yamamay, Floortje aveva giocato solo in Olanda. La sua carriera, infatti, è nata ed è sbocciata tra le fila dell’Arke Pollux, una società che ha visto i primi passi e poi la consacrazione di Floortje. “Ho iniziato a giocare quando avevo 9 anni per l’ Arke Pollux. All’inizio facevo allenamento una volta a settimana, ma anno dopo anno è diventata una cosa seria. Con il Pollux ho giocato il campionato nazionale e a soli 14 anni sono stata selezionata per la squadra nazionale juniores. Sono stata fortunata ad iniziare a giocare in un club come L’Arke Pollux, perché ho potuto crescere in un club dove, essendoci anche la serie A, ero spinta a dare il massimo tutti i giorni e potevo confrontarmi con giocatrici esperte. Il mio debutto con la prima squadra è stato nel 2002, quando avevo appena 15 anni. A 18 sono passata per la prima volta nella squadra nazionale seniores e quell’anno ho anche cambiato il club dove giocavo. All’epoca vivevo con i miei genitori a Oldenzaal, una città nell’est dell’ Olanda e nel 2005 mi sono trasferita ad Amsterdam per prendere parte al progetto dell’ Amstelveen Martinus. La mia carriera era quindi ruotata intorno a sole due squadre, prima di questa stagione ”. Nel 2007, a coronare l’ascesa della giocatrice, arriva anche la vittoria al Gran Prix di Ningbo (Cina), durante la quale la nazionale olandese si piazza prima davanti ad Italia e alle padrone di casa. “fare parte del gruppo della nazionale è stato un momento importante della mia carriera; sicuramente ero felice di essere stata convocata e di rappresentare il mio paese. Per me, tuttavia, la squadra nazionale non era una priorità assoluta. Per questo motivo al momento non ne faccio parte, proprio perché non è una mia priorità. È un pensiero che ho maturato piano piano nella mia carriera: quello che conta più per me è sentirmi bene e di essere un elemento importante per la mia squadra”. L’anno dopo, infatti, l’opposto dell’ Amstelveen non compare nella lista delle convocate da Selinger. Una decisione strana per un’atleta professionista, ma che è indice anche della maturità e serietà di Floortje. Il non partecipare alle competizioni nazionali, infatti, è in linea con i suoi principi, gli stessi che le hanno fatto rifiutare varie volte l’offerta della Yamamay per motivi di studio. “Lo studio è un fattore molto importante nella mia carriera perché quando le cose nella pallavolo non vanno esattamente come io vorrei mi piace focalizzarmi su qualcos’altro. Studiare mi dà questo sfogo. Passare un esame, inoltre, mi dà una grande motivazione che poi trasporto anche in campo. Per me questa è una combinazione vincente soprattutto a livello mentale: lo studio mi permette di trovare nuovi stimoli e la pallavolo mi aiuta a liberare la testa”. Ed è stata proprio la vicinanza all’università di Castellanza uno dei fattori che ha giocato a favore della firma di Flo con Busto Arsizio. “Per me è normale studiare e giocare: l’ho sempre fatto e continuo a farlo anche ora qui in Italia. Adesso sto studiando economia alla LIUC, anche se non seguo il programma universitario normale ma uno speciale che mi permette di non frequentare tutti i corsi. Certo, richiede molta energia, ma lo studio riesce a darmi nuova energia e nuove motivazioni: è una cosa che mi piace e quindi riesco a farlo. Inoltre, essere iscritta all’università mi permette di conoscere anche nuove persone lontane dal mondo del volley, persone che hanno uno stile completamente diverso dal mio e con le quali mi piace parlare. È un modo per non pensare ventiquattro ore su ventiquattro alla pallavolo: lo studio mi permette di staccare e di ricaricarmi giorno dopo giorno”. Una dedizione che forse le deriva da quelli che erano i suoi interessi da piccola. Prima di dedicarsi esclusivamente al volley, la piccola Floortje suonava infatti il sassofono e faceva danza. “All’inizio facevo tutti e tre, ma i miei genitori un giorno mi dissero che facevo troppe cose e che forse era il momento di fare una scelta. Anche se a me piaceva molto ballare alla fine ho scelto lo sport che amavo e mi sono così dedicata interamente alla volley. È stata una decisione un po’ sofferta perché il balletto mi piaceva tanto, ma adesso come adesso sono sicura della strada che ho preso”. La pallavolo, infatti, ha sempre avuto un posto d’onore nel suo cuore: “nella città dove vivevo, questo sport è tra i più importanti e praticati. Inoltre, anche i miei genitori giocavano e mi hanno trasmesso la loro passione. Ho cercato di entrare in una squadra prima di avere 9 anni, ma nessuno accettava me e le mie amiche perché eravamo troppo piccole. Così noi giocavamo in qualsiasi posto potevamo farlo, anche per strada”. Non appena raggiunta l’età minima per entrare in un club, Flo si è dedicata anima e corpo a questo sport, se pur con qualche “incidente” di percorso: “quando ho iniziato a giocare logicamente non conoscevo tutte le regole della pallavolo. Un giorno durante una partita, un servizio della squadra avversaria è passato davvero vicino alla rete; senza esitare, io ho preso il tempo e ho schiacciato direttamente facendo punto. Mentre esultavo, tutti mi guardavo storto e io non capivo perché e continuavo a ripetere “Ho fatto qualcosa di male?”. La schiacciatrice olandese ride al ricordo di quel lontano giorno: certo che le cose sono cambiate da quella partita! Grazie alle sue esperienze nei due club olandesi e a quella in nazionale, Floortje è cresciuta ed è diventata l’atleta capace di trascinare una squadra con i suoi colpi: “ci sono stati molti fattori che hanno influenzato la mia carriera pallavolistica. Non posso dire che è stato grazie ad uno in particolare. Quando ho giocato con la squadra nazionale juniores e seniores certamente ho imparato tantissime cose non solo a livello tecnico e pallavolistico ma anche a livello personale. Lo stesso vale per i club nei quali ho militato, soprattutto l’Amstelveen Martinus che mi ha permesso di giocare a dei livelli molto alti e di migliorare tanto da guadagnarmi un posto in nazionale. Ma come ho detto anche lo studio è molto importante nella mia carriera pallavolistica. Devo inoltre ringraziare i miei genitori che mi hanno dato sempre il giusto supporto e che non mi hanno mai spinta a fare qualcosa contro la mia volontà. In questo modo ho vissuto la mia carriera in un ambiente familiare molto sereno e questo è stato un fattore importante”. Senza dubbio, durante l’esperienza in nazionale ha aiutato molto questa giocatrice a migliorarsi: “il periodo in nazionale è stato molto importante per la mia crescita sia tecnica che mentale, in quanto Selinger era molto attento agli aspetti tecnici individuali e questo mi ha permesso di migliorare”. Un attitudine che Floortje ha ritrovato poi nel suo nuovo allenatore alla Yamamay: “Mi piace molto la maniera in cui lavoriamo. Come Selinger anche lui è un allenatore molto preciso e attento alla tecnica di base. In questo momento è l’allenatore ideale per me perché voglio migliorare come atleta e quindi il fatto che Parisi punti molto sugli aspetti tecnici mi permette di lavorare sui miei punti deboli. Sembra di tornare un po’ ai primi tempi quando dovevi ancora imparare tutto, ma anche io ho dei punti deboli su cui devo lavorare e quindi questo tipo di lavoro è perfetto per colmare le mie carenze”. Ma come vive la sua prima esperienza all’estero questa giocatrice? “Sono venuta in Italia soprattutto per giocare perché ammiro molto il vostro campionato. Adesso che sono qui devo dire che mi piacciono molto le persone e loro modo di vivere; come tutti, poi, adoro il cibo: l’unica pecca… in Italia non hanno il pane nero che a me piace tanto. Che dire poi? Lo shopping, la moda…sono andata spesso a Milano. Sto anche studiando l’italiano, anche se devo ammettere che è difficile perché l’olandese è una lingua molto diversa. Conosco qualche parola e le frasi iniziali del tipo “come stai?”, ma ora a scuola sto studiando il passato e inizio a capire quando gli altri mi parlano. Mi sono stupita anche io all’inizio quando mi sono resa conto di riuscire a capire tanto anche durante gli allenamenti. Quando ho lasciato l’Italia la mia paura più grande era di sentire la mancanza dei miei amici, ma qui sto conoscendo davvero tante persone e quindi non è stato così traumatico come pensavo. So che i miei amici sono ancora là e anche se non li vedo spesso so che loro ci sono sempre e mi vengono spesso a trovare quando gioco in casa: ogni settimana c’è qualcuno di loro in tribuna”. Non c’è alcun dubbio: Floortje pensa sempre positivo! E visto il suo entusiasmo nei confronti della pallavolo,dello studio, dell’Italia e della vita, siamo sicuri che il volo della “farfalla” olandese nel nostro campionato non è che all’inizio.



Questo articolo è stato pubblicato sul numero di febbraio 2011 di Pallavoliamo www.pallavoliamo.it

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