Cuore di mamma: Giulia Pisani
Cara
Giulia,
o
dovrei chiamarti “principessa”? Eh, sì, perché tu sei questo
per me e non potrei chiamarti in altra maniera. Tra pochi giorni
tornerai in campo per questo nuovo campionato e per la seconda volta
indosserai la maglia di Busto Arsizio. Sembra ieri quando hai
sollevato lo scudetto che ha incoronato la scorsa stagione. Io e tuo
padre ti abbiamo seguito al palazzetto con il cuore in gola e non
puoi immaginare che gioia abbiamo provato quando è caduto l'ultimo
pallone. Quello che mi ha più colpito di quella stagione è stata la
grande voglia di crederci e di vincere da parte di tutti e in
particolare il lavoro fatto da coach Parisi e da Mariella che hanno
saputo guidarvi non solamente da un punto di vista tecnico ma
soprattutto da un punto di vista umano e affettivo: siete lontane da
casa e a volte basta una parola affettuosa per farvi stare meglio; e
coach Parisi e Mariella l’avevano sempre! Quando per esempio
entravi dalla panchina e mettevi a terra un punto, non mancavano mai
parole di incoraggiamento e di lode e questo ti ha aiutato a crescere
e a credere di più nei tuoi mezzi.
A Busto hai trovato una seconda famiglia anche se devo ammettere che all'inizio mi è un po' dispiaciuto perché sapevo che i tempi da passare insieme si sarebbero ridotti tantissimo come poi è effettivamente accaduto: anche le nostre chiacchierate, di solito chilometriche, erano diventate sempre meno frequenti e sempre più “striminzite”. Ma sento che sei cresciuta molto dallo scorso anno e il nostro rapporto si è rafforzato tantissimo: l’anno scorso forse pagavi il fatto di essere in un ambiente nuovo e di uscire con ragazze molto più grandi di te, ma quest'anno ti sento molto più vicino e quindi ci sentiamo molto di più. Poi tu ami chiacchierare al telefono e con me ti apri come un libro: ti ringrazio per darmi tutta questa fiducia e per permettermi di entrare nella tua vita e conoscerti sempre di più: per una mamma è bello capire cosa prova la propria figlia solo sentendo la sua voce, e io riesco sempre a capire come stai da una semplice telefonata. Soprattutto ora che stai per affrontare una stagione fondamentale per la tua crescita: sono sicura che sfrutterai al massimo la possibilità di imparare da due mostri sacri come Arrighetti e Bauer e che potrai migliorare ancora.
In fondo sei una perfezionista e vuoi sempre dare il massimo, non solo nella pallavolo ma anche nella vita. Penso infatti che non ci siano molte atlete che arrivino in palestra prima di tutte le altre solo per prendere delle ripetizioni! Ma in fondo tu l'hai sempre fatto sin dai tempi della scuola. Eh, sì, lo studio è una costante nella tua vita ed è davvero importante per te. Ricordi quando lo “zio” Franco ti portò a Ravenna per uno stage con Bonitta? Tu eri una bimba timida e molto riservata e quindi non sapevamo davvero cosa aspettarci una volta che saremmo arrivati e ti avremmo lasciata per una settimana intera. Gli esami di terza media si stavano avvicinando e quindi ti eri portata dietro i libri per studiare: ricordo che li hai portati addirittura in spiaggia e che la tua maggiore preoccupazione in quei giorni era proprio riuscire a studiare.... il tutto conciliandolo con la tua passione per la pallavolo. È solo grazie alla tua grande forza di volontà e alla tua grande adrenalina se sei riuscita a fare entrambe le cose. Sei una “capatosta” e quando decidi di fare qualcosa dai anima e corpo pur di riuscirci. Quando sei andata al Club Italia finivi gli allenamenti alle 9 e tu fino alle 4 del mattino studiavi pur di essere preparata per la lezione del giorno dopo. Non mi ha sorpreso il fatto che tu sia riuscita a diplomarti con il massimo dei voti. Ricordi come abbiamo festeggiato ? Al Mc Donald della Stazione Termini con tuo padre e tu con in mano il biglietto per Napoli da dove saresti partita con Mencarelli per andare a vincere il mondiale pre juniores!
E tutto questo nonostante le mie “terribili” parole prima della tua partenza per il Club Italia: quando mi hai detto che volevi provare ad unirti alla squadra mi spiegasti che volevi “aprire una nuova porta”; ancora oggi mi dispiace di averti risposto di stare attenta e “che per aprirti una porta non ti si chiudesse invece il portone”. Ho sbagliato, ma tu hai pienamente dimostrato che la tua volontà è talmente forte da poterti guidare in questa tua scelta. Il momento più emozionante è stato sicuramente quando ti hanno premiata come “miglior muro” ai campionati europei Under-16: mi ricordo che in quel momento non capivo più nulla: mi sono messa a piangere e non riuscivo né a fermarmi né a capire il perché…forse l’emozione di vederti con la bandiera in mano al centro del campo, forse... non so, non saprei dire, ma nonostante il terzo posto quel premio è sicuramente il mio ricordo più bello! Certo ci sono stati dei momenti difficili: quando per esempio hai dovuto affrontare la maturità hai avuto bisogno di tutto il mio appoggio: ti trovavi a fare le selezioni per i mondiali e allo stesso tempo stavi studiando per l'esame del liceo. Io e tuo padre ti avevamo iscritta ad una delle migliori scuole di Roma – se non fosse andata nella pallavolo avresti avuto almeno una buona istruzione - ma questa sfortunatamente non aveva delle particolari attenzioni per gli atleti. Non è stato facile per te districarti tra scuola e pallavolo anche perché tu sei molto autocritica e quindi hai sempre qualcosa a cui pensare o da recriminarti.
Per questo ho cercato di starti il più vicino possibile, assieme a tuo padre e tuo nonno. Eh sì, nonno Romano ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella tua vita e nella tua carriera. È stato grazie a lui infatti che tu ti sei avvicinata alla pallavolo. In famiglia siamo tutti sportivi ed è per questo che sei cresciuta a “pane e sport”, anche se prima di te nessuno di noi si era dedicato al volley. Figurati che io ho scoperto che ruolo fosse il “libero” solo quando ho assistito ad una partita di pallavolo ai “giochi della gioventù” e ho visto che c'era una giocatrice con la maglia diversa! Ancora mi prendi in giro per questo, am io ero più interessata al nuoto e allo sci; forse è per questo che hai iniziato ad andare in piscina sin da molto piccola. Hi pure provato la ginnastica artistica per un certo periodo, ma quando tuo nonno ti ha portato in un campo da pallavolo, per te è stato amore a prima vista! Un giorno ti ha detto di andare a vedere una palestra dove dei suoi amici giocavano e da lì ti sei tuffata in questo sport. Per questo tra te e il nonno si è creata un' unione speciale: lui era quello che ti portava da un allenamento e l'altro quando giocavi qui in Toscana ed tu lo hai aiutato a riprendersi dalla malattia che lo aveva allontanato dallo sport. Neanche lui si perde mai una partita e pensa.... pur di seguire dal vivo la finale scudetto era in collegamento con noi tramite il cellulare!
Il tuo legame con la tua famiglia e i tuoi cari è sempre stato molto stretto e in alcuni piccoli dettagli si vede che gli affetti che non hai lasciato psicologicamente alle fine non li ha lasciati nemmeno materialmente! Per questo quando ti sei allontanata da casa per la prima volta per me è stata davvero dura: sei partita da qui in terza liceo e inizialmente questa separazione l’ho vissuta male; a casa tutto parlava di te e mi mancava terribilmente quel trambusto che la tua presenza creava con quei cellulari che suonavano costantemente o il tuo disordine...e se devo dirla tutta, guardare anche adesso queste stanze ordinate senza di te mi riempie di tristezza. Ma la consapevolezza di saperti serena mi dà tanto sollievo e per una mamma sapere che la propria figlia è felice è la cosa più importante anche se fosse in capo al mondo. E poi so che a Busto c'è una persona che ti ha accolto come una figlia e che io non potrò mai ringraziare abbastanza! Che dire infine? Non sono una di quelle mamme tifose o troppo critiche: sono una mamma. Punto. Ma voglio che tu sappia che comunque vada, qualunque scelta tu faccia, io non ti chiuderò mai un porta.... ma anzi, te ne aprirò almeno cento!
Ti voglio bene principessa,
A Busto hai trovato una seconda famiglia anche se devo ammettere che all'inizio mi è un po' dispiaciuto perché sapevo che i tempi da passare insieme si sarebbero ridotti tantissimo come poi è effettivamente accaduto: anche le nostre chiacchierate, di solito chilometriche, erano diventate sempre meno frequenti e sempre più “striminzite”. Ma sento che sei cresciuta molto dallo scorso anno e il nostro rapporto si è rafforzato tantissimo: l’anno scorso forse pagavi il fatto di essere in un ambiente nuovo e di uscire con ragazze molto più grandi di te, ma quest'anno ti sento molto più vicino e quindi ci sentiamo molto di più. Poi tu ami chiacchierare al telefono e con me ti apri come un libro: ti ringrazio per darmi tutta questa fiducia e per permettermi di entrare nella tua vita e conoscerti sempre di più: per una mamma è bello capire cosa prova la propria figlia solo sentendo la sua voce, e io riesco sempre a capire come stai da una semplice telefonata. Soprattutto ora che stai per affrontare una stagione fondamentale per la tua crescita: sono sicura che sfrutterai al massimo la possibilità di imparare da due mostri sacri come Arrighetti e Bauer e che potrai migliorare ancora.
In fondo sei una perfezionista e vuoi sempre dare il massimo, non solo nella pallavolo ma anche nella vita. Penso infatti che non ci siano molte atlete che arrivino in palestra prima di tutte le altre solo per prendere delle ripetizioni! Ma in fondo tu l'hai sempre fatto sin dai tempi della scuola. Eh, sì, lo studio è una costante nella tua vita ed è davvero importante per te. Ricordi quando lo “zio” Franco ti portò a Ravenna per uno stage con Bonitta? Tu eri una bimba timida e molto riservata e quindi non sapevamo davvero cosa aspettarci una volta che saremmo arrivati e ti avremmo lasciata per una settimana intera. Gli esami di terza media si stavano avvicinando e quindi ti eri portata dietro i libri per studiare: ricordo che li hai portati addirittura in spiaggia e che la tua maggiore preoccupazione in quei giorni era proprio riuscire a studiare.... il tutto conciliandolo con la tua passione per la pallavolo. È solo grazie alla tua grande forza di volontà e alla tua grande adrenalina se sei riuscita a fare entrambe le cose. Sei una “capatosta” e quando decidi di fare qualcosa dai anima e corpo pur di riuscirci. Quando sei andata al Club Italia finivi gli allenamenti alle 9 e tu fino alle 4 del mattino studiavi pur di essere preparata per la lezione del giorno dopo. Non mi ha sorpreso il fatto che tu sia riuscita a diplomarti con il massimo dei voti. Ricordi come abbiamo festeggiato ? Al Mc Donald della Stazione Termini con tuo padre e tu con in mano il biglietto per Napoli da dove saresti partita con Mencarelli per andare a vincere il mondiale pre juniores!
E tutto questo nonostante le mie “terribili” parole prima della tua partenza per il Club Italia: quando mi hai detto che volevi provare ad unirti alla squadra mi spiegasti che volevi “aprire una nuova porta”; ancora oggi mi dispiace di averti risposto di stare attenta e “che per aprirti una porta non ti si chiudesse invece il portone”. Ho sbagliato, ma tu hai pienamente dimostrato che la tua volontà è talmente forte da poterti guidare in questa tua scelta. Il momento più emozionante è stato sicuramente quando ti hanno premiata come “miglior muro” ai campionati europei Under-16: mi ricordo che in quel momento non capivo più nulla: mi sono messa a piangere e non riuscivo né a fermarmi né a capire il perché…forse l’emozione di vederti con la bandiera in mano al centro del campo, forse... non so, non saprei dire, ma nonostante il terzo posto quel premio è sicuramente il mio ricordo più bello! Certo ci sono stati dei momenti difficili: quando per esempio hai dovuto affrontare la maturità hai avuto bisogno di tutto il mio appoggio: ti trovavi a fare le selezioni per i mondiali e allo stesso tempo stavi studiando per l'esame del liceo. Io e tuo padre ti avevamo iscritta ad una delle migliori scuole di Roma – se non fosse andata nella pallavolo avresti avuto almeno una buona istruzione - ma questa sfortunatamente non aveva delle particolari attenzioni per gli atleti. Non è stato facile per te districarti tra scuola e pallavolo anche perché tu sei molto autocritica e quindi hai sempre qualcosa a cui pensare o da recriminarti.
Per questo ho cercato di starti il più vicino possibile, assieme a tuo padre e tuo nonno. Eh sì, nonno Romano ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella tua vita e nella tua carriera. È stato grazie a lui infatti che tu ti sei avvicinata alla pallavolo. In famiglia siamo tutti sportivi ed è per questo che sei cresciuta a “pane e sport”, anche se prima di te nessuno di noi si era dedicato al volley. Figurati che io ho scoperto che ruolo fosse il “libero” solo quando ho assistito ad una partita di pallavolo ai “giochi della gioventù” e ho visto che c'era una giocatrice con la maglia diversa! Ancora mi prendi in giro per questo, am io ero più interessata al nuoto e allo sci; forse è per questo che hai iniziato ad andare in piscina sin da molto piccola. Hi pure provato la ginnastica artistica per un certo periodo, ma quando tuo nonno ti ha portato in un campo da pallavolo, per te è stato amore a prima vista! Un giorno ti ha detto di andare a vedere una palestra dove dei suoi amici giocavano e da lì ti sei tuffata in questo sport. Per questo tra te e il nonno si è creata un' unione speciale: lui era quello che ti portava da un allenamento e l'altro quando giocavi qui in Toscana ed tu lo hai aiutato a riprendersi dalla malattia che lo aveva allontanato dallo sport. Neanche lui si perde mai una partita e pensa.... pur di seguire dal vivo la finale scudetto era in collegamento con noi tramite il cellulare!
Il tuo legame con la tua famiglia e i tuoi cari è sempre stato molto stretto e in alcuni piccoli dettagli si vede che gli affetti che non hai lasciato psicologicamente alle fine non li ha lasciati nemmeno materialmente! Per questo quando ti sei allontanata da casa per la prima volta per me è stata davvero dura: sei partita da qui in terza liceo e inizialmente questa separazione l’ho vissuta male; a casa tutto parlava di te e mi mancava terribilmente quel trambusto che la tua presenza creava con quei cellulari che suonavano costantemente o il tuo disordine...e se devo dirla tutta, guardare anche adesso queste stanze ordinate senza di te mi riempie di tristezza. Ma la consapevolezza di saperti serena mi dà tanto sollievo e per una mamma sapere che la propria figlia è felice è la cosa più importante anche se fosse in capo al mondo. E poi so che a Busto c'è una persona che ti ha accolto come una figlia e che io non potrò mai ringraziare abbastanza! Che dire infine? Non sono una di quelle mamme tifose o troppo critiche: sono una mamma. Punto. Ma voglio che tu sappia che comunque vada, qualunque scelta tu faccia, io non ti chiuderò mai un porta.... ma anzi, te ne aprirò almeno cento!
Ti voglio bene principessa,
con
affetto la tua mamma,
Cristina
Cristina
L'articolo originale è pubblicato sul mese di ottobre di Pallavoliamo.it
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