Christa Harmotto: le sfumature dell'autunno
Se
non fosse che Chris non crede nell'oroscopo, il fatto che la location
scelta da Pallavoliamo per lo shooting fotografico sia Campogalliano
sarebbe un vero e proprio segno del destino. Infatti, la piccola
cittadina alle porte di Modena è famosa per essere la città della
bilancia e la protagonista di questo mese, Christa Harmotto, centrale
della Universal Volley Modena, è nata proprio sotto questo segno
zodiacale. Ma come anticipato, la giocatrice americana non crede in
queste cose e dopo la nostra chiacchierata, mi accorgo come di questo
segno abbia davvero poco. In primis, Chris non è tra quelle persone
che “pesa” le cose prima di agire. Tutto il contrario: è una
ragazza talmente piena di vitalità che qualche volta si trova ad
agire d'impeto : “dentro
di me ho un'energia che a volte diventa incontrollabile. Non riesco a
starmene con le mani in mano e ho bisogno sempre di fare qualcosa. È
un atteggiamento che ho sia fuori che dentro il campo, ma durante una
partita mi esalto anche di più; qualche volta mi porta persino ad
essere davvero molto impulsiva se non irrazionale. Di fronte ad un
problema, per esempio, tendo ad agire piuttosto che riflettere e
pensare: per questo ho bisogno di fare un passo indietro e valutare
bene la situazione. Ma è un aspetto su cui sto lavorando … diciamo
che è un po' “work in progress”!”.
Vedendola in campo questa descrizione le calza davvero a pennello:
Christa è infatti una di quelle giocatrici che in campo si fa
sentire, che ama parlare, fare battute, incitare: “durante
un match credo che la conversazione con le proprie compagne sia
fondamentale per creare unione, e allo stesso tempo mi aiuta a
rilassarmi. A me piace fare delle battute, scherzare e soprattutto
sorridere: credo che aiuti a creare un'attitudine positiva nel
gruppo. Certo, la concentrazione è importante e durante la partita è
indispensabile focalizzarsi sui propri compiti, ma non bisogna mai
dimenticare che si tratta di un gioco e che è importante anche
divertirsi in quello che si fa”.
Un atteggiamento che accompagna Chris non solo in campo ma anche e
soprattutto nella vita di ogni giorno: “ci
sono molte analogie nella maniera in cui sono fuori e dentro il
campo. La pallavolo è come uno specchio del mio essere ed è per
questo che è lo sport che più mi si addice: quando sono in campo
sono me stessa e quindi posso dare il meglio di me”.
E che la centrale americana si trovi davvero bene a rete lo ha dimostrato appieno la scorsa stagione quando in 20 partite giocate ha messo a segno 274 punti con 83 muri: “non lo nascondo, mi piace schiacciare e soprattutto attaccare”. La carriera pallavolistica di questa ragazza della Pennsylvania è iniziata a 13 anni in una maniera alquanto inaspettata. Con un padre cestista infatti, anche Christa si era avvicinata inizialmente a questo sport ma una professoressa di ginnastica ha cambiato le carte in tavola: “tutto è iniziato l'ultimo anno di scuole medie. La mia insegnante di educazione fisica era anche l'allenatrice della squadra di pallavolo del college della mia città e quindi spesso durante la sua ora giocavamo a volley. Il mio sport allora era la pallacanestro, ma la prof insistette così tanto che alla fine convinse me e altre quattro compagne – anche loro cestiste – ad unirsi alla squadra di pallavolo. È stato amore a priva vista e anche se per un certo periodo mi sono riavvicinata alla pallacanestro, alla fine ho scelto la pallavolo per la mia carriera universitaria. C'è stata una partita in particolare che ha sancito il mio legame con questo sport ed è stata quella che ho giocato davanti a tutta l'intera scuola alle superiori: essere in campo davanti a così tante persone mi ha dato un'energia grandissima e mi ha fatto innamorare ancora di più del volley”. Da quel “reclutamento” scolastico la carriera di Christa è semplicemente decollata prima alla Hopewell High School di Aliquippa - con la cui maglia ha messo a segno ben 183 muri in una sola stagione – per poi letteralmente esplodere alla Penn State University con la quale nel 2007 e 2008 ha vinto il torneo NCAA e che le è valso svariati premi come miglior giocatrice. La convocazione nella nazionale seniores non ha tardato ad arrivare ma il percorso che l'avrebbe poi portata ad incoronare il sogno olimpico ha portato la centrale della Penn State ad affrontare un lungo viaggio fino in Cina: “ è stata una grande opportunità che mi ha permesso di crescere tantissimo. La NCAA – l'ente che controlla lo sport collegiale americano – non permette ai propri atleti di essere professionisti. Una volta finito il college, inoltre, si è costretti ad allontanarsi dagli Stati Uniti dato che non esiste una lega pro. Il problema maggiore è che all'estero ti conoscono in pochi e quindi ti devi fare strada da sola: per questo ho accettato di passare una stagione in Cina assieme alla mia compagna di nazionale Nicole Davis. La sua presenza è stata davvero importante per me in quanto si trattava del mio primo anno lontano da casa e la Cina è davvero molto diversa dagli Stati Uniti. Ma è stato un anno davvero importante per la mia carriera. La pallavolo è molto più veloce rispetto agli standard americani ed europei e quindi come centrale ho dovuto imparare ad essere rapida per coprire a muro. Inoltre, Jenny Lang Ping è una allenatrice formidabile dalla quale ho imparato davvero tanto: io ero davvero agli inizi della mia carriera e quindi aver avuto a fianco una persona che sapesse darmi i giusti consigli è stato fondamentale per la mia crescita. L'anno in Cina mi ha preparato per ritornare in nazionale ed essere ancora più forte. Infatti, l'aver giocato nel campionato asiatico mi ha permesso di affrontare al meglio le partite contro queste squadre”.
Dal suo debutto nel 2009 Chris arriva a partecipare alle Olimpiadi di Londra nel 2012: “anche se ho vinto due titola NCAA e tanti premi il ricordo più bello è sicuramente legato ai Giochi Olimpici. Il partecipare ad un evento di questa portata indossando la maglia della propria nazione è una benedizione. Non l'ho mai vissuto come un peso o un motivo di pressione; anzi, l'ho sempre vissuto come qualcosa di leggero ed esaltante. In fondo, stai rappresentando qualcosa più grande di te, non solo la tua nazione ma anche tutte le persone che ti sono state vicine in questo percorso, come la tua famiglia e i tuoi amici. Alle Olimpiadi è inoltre legato il ricordo più bello che ho della mia carriera. La battuta è stata sempre un po' il mio tallone d'Achille; quando è stato il mio turno nel primo game della partita di debutto contro la Korea avevo paura di non riuscirci. Ricordo di essermi avviata verso la linea di fondo-campo con questo timore, ma nel momento in cui mi sono voltata e ho guardato al di là della rete ho capito di meritarmi di essere lì in quel momento e di indossare quella maglia. All'improvviso la paura è scomparsa. Una sensazione indescrivibile che ancora oggi sto cercando di assimilare in pieno”.
Nonostante il sogno dell'oro olimpico si sia infranto proprio in finale contro il Brasile, l'atleta statunitense si dice più motivata che mai nell'iniziare questa nuova stagione in Italia, la terza per lei a Modena: “quest'anno la nostra squadra ha tutte le carte in regola per vincere. Naturalmente sarà poi il campo a parlare ma il nostro mix di nuovi talenti e giocatrici esperte che hanno già calcato scenari importanti ci dà tutti i presupposti per fare bene. E poi il campionato italiano è davvero imprevedibile. Da quattro anni a questa parte non ci sono squadre imbattibili e questo costringe a noi atlete a dare il massimo ogni domenica: si può perdere da qualsiasi squadra e questo rende il tutto molto più entusiasmante e fonte di motivazione. Questo è anche uno dei motivi principali per i quali molte giocatrici americane scelgono di giocare in squadre italiane e spesso di rimanerci anche per più stagioni a dimostrazione del fatto che il campionato italiano è ancora di grande qualità. Se al college qualcuno mi chiedeva dove avrei voluto giocare una volta finito i miei studi, non avevo alcun dubbio nel rispondere “in Italia”. Senza contare che qui nel vostro paese si sta davvero bene e che sia uno dei luoghi più belli al mondo”.
E mentre il campionato sta per iniziare, Christa si avvia a passare il primo autunno qui a Modena e a festeggiare il suo primo compleanno nel nostro paese: “nelle due stagioni passate non mi era capitato di essere qui in Italia per l'autunno. Senza alcun dubbio è la mia stagione preferita. Innanzi tutto perché in ottobre festeggio il mio compleanno; inoltre amo i colori delle foglie sui rami: in Pennsylvania, in questo periodo dell'anno i boschi si dipingono di giallo, rosso e arancione e mi piace ammirare questo passaggio dall'estate all'autunno”. Come festeggerà allora il suo primo compleanno italiano la protagonista del nostro calendario? “Penso che le mie compagne di squadra stiano organizzando qualcosa. L'unica cosa che vorrei è la torta gelato che io amo tanto. Non so se qui in Italia la troverò! Ho dei ricordi molto belli dei miei compleanni passati, soprattutto di quando ero piccola. Solitamente festeggiavo con amici e parenti in un posto chiamato Chuck E. Cheese, un centro di divertimenti per bambini molto famoso negli States fino a qualche anno fa. Ma il mio ricordo più bello è quello di un compleanno che ho festeggiato a 9 anni proprio a ridosso di Halloween: i miei genitori avevano decorato il garage e avevo invitato molti amici. Ognuno di noi era mascherato da qualcosa ed è stato uno dei compleanni più divertenti!”. Mancano ancora 3 giorni al 12 ottobre, ma Christa sembra già sicura di cosa esprimere quando spegnerà le candeline: “per la mia squadra vorrei vincere il campionato o la Coppa Italia per poterci qualificare alla Champion League. Per quanto riguarda me invece...vorrei che finalmente arrivasse l'uomo dei miei sogni!” In fondo in fondo, i nati sotto il segno della bilancia sono dei romanticoni, e in questo Christa si rispecchia davvero!
E che la centrale americana si trovi davvero bene a rete lo ha dimostrato appieno la scorsa stagione quando in 20 partite giocate ha messo a segno 274 punti con 83 muri: “non lo nascondo, mi piace schiacciare e soprattutto attaccare”. La carriera pallavolistica di questa ragazza della Pennsylvania è iniziata a 13 anni in una maniera alquanto inaspettata. Con un padre cestista infatti, anche Christa si era avvicinata inizialmente a questo sport ma una professoressa di ginnastica ha cambiato le carte in tavola: “tutto è iniziato l'ultimo anno di scuole medie. La mia insegnante di educazione fisica era anche l'allenatrice della squadra di pallavolo del college della mia città e quindi spesso durante la sua ora giocavamo a volley. Il mio sport allora era la pallacanestro, ma la prof insistette così tanto che alla fine convinse me e altre quattro compagne – anche loro cestiste – ad unirsi alla squadra di pallavolo. È stato amore a priva vista e anche se per un certo periodo mi sono riavvicinata alla pallacanestro, alla fine ho scelto la pallavolo per la mia carriera universitaria. C'è stata una partita in particolare che ha sancito il mio legame con questo sport ed è stata quella che ho giocato davanti a tutta l'intera scuola alle superiori: essere in campo davanti a così tante persone mi ha dato un'energia grandissima e mi ha fatto innamorare ancora di più del volley”. Da quel “reclutamento” scolastico la carriera di Christa è semplicemente decollata prima alla Hopewell High School di Aliquippa - con la cui maglia ha messo a segno ben 183 muri in una sola stagione – per poi letteralmente esplodere alla Penn State University con la quale nel 2007 e 2008 ha vinto il torneo NCAA e che le è valso svariati premi come miglior giocatrice. La convocazione nella nazionale seniores non ha tardato ad arrivare ma il percorso che l'avrebbe poi portata ad incoronare il sogno olimpico ha portato la centrale della Penn State ad affrontare un lungo viaggio fino in Cina: “ è stata una grande opportunità che mi ha permesso di crescere tantissimo. La NCAA – l'ente che controlla lo sport collegiale americano – non permette ai propri atleti di essere professionisti. Una volta finito il college, inoltre, si è costretti ad allontanarsi dagli Stati Uniti dato che non esiste una lega pro. Il problema maggiore è che all'estero ti conoscono in pochi e quindi ti devi fare strada da sola: per questo ho accettato di passare una stagione in Cina assieme alla mia compagna di nazionale Nicole Davis. La sua presenza è stata davvero importante per me in quanto si trattava del mio primo anno lontano da casa e la Cina è davvero molto diversa dagli Stati Uniti. Ma è stato un anno davvero importante per la mia carriera. La pallavolo è molto più veloce rispetto agli standard americani ed europei e quindi come centrale ho dovuto imparare ad essere rapida per coprire a muro. Inoltre, Jenny Lang Ping è una allenatrice formidabile dalla quale ho imparato davvero tanto: io ero davvero agli inizi della mia carriera e quindi aver avuto a fianco una persona che sapesse darmi i giusti consigli è stato fondamentale per la mia crescita. L'anno in Cina mi ha preparato per ritornare in nazionale ed essere ancora più forte. Infatti, l'aver giocato nel campionato asiatico mi ha permesso di affrontare al meglio le partite contro queste squadre”.
Dal suo debutto nel 2009 Chris arriva a partecipare alle Olimpiadi di Londra nel 2012: “anche se ho vinto due titola NCAA e tanti premi il ricordo più bello è sicuramente legato ai Giochi Olimpici. Il partecipare ad un evento di questa portata indossando la maglia della propria nazione è una benedizione. Non l'ho mai vissuto come un peso o un motivo di pressione; anzi, l'ho sempre vissuto come qualcosa di leggero ed esaltante. In fondo, stai rappresentando qualcosa più grande di te, non solo la tua nazione ma anche tutte le persone che ti sono state vicine in questo percorso, come la tua famiglia e i tuoi amici. Alle Olimpiadi è inoltre legato il ricordo più bello che ho della mia carriera. La battuta è stata sempre un po' il mio tallone d'Achille; quando è stato il mio turno nel primo game della partita di debutto contro la Korea avevo paura di non riuscirci. Ricordo di essermi avviata verso la linea di fondo-campo con questo timore, ma nel momento in cui mi sono voltata e ho guardato al di là della rete ho capito di meritarmi di essere lì in quel momento e di indossare quella maglia. All'improvviso la paura è scomparsa. Una sensazione indescrivibile che ancora oggi sto cercando di assimilare in pieno”.
Nonostante il sogno dell'oro olimpico si sia infranto proprio in finale contro il Brasile, l'atleta statunitense si dice più motivata che mai nell'iniziare questa nuova stagione in Italia, la terza per lei a Modena: “quest'anno la nostra squadra ha tutte le carte in regola per vincere. Naturalmente sarà poi il campo a parlare ma il nostro mix di nuovi talenti e giocatrici esperte che hanno già calcato scenari importanti ci dà tutti i presupposti per fare bene. E poi il campionato italiano è davvero imprevedibile. Da quattro anni a questa parte non ci sono squadre imbattibili e questo costringe a noi atlete a dare il massimo ogni domenica: si può perdere da qualsiasi squadra e questo rende il tutto molto più entusiasmante e fonte di motivazione. Questo è anche uno dei motivi principali per i quali molte giocatrici americane scelgono di giocare in squadre italiane e spesso di rimanerci anche per più stagioni a dimostrazione del fatto che il campionato italiano è ancora di grande qualità. Se al college qualcuno mi chiedeva dove avrei voluto giocare una volta finito i miei studi, non avevo alcun dubbio nel rispondere “in Italia”. Senza contare che qui nel vostro paese si sta davvero bene e che sia uno dei luoghi più belli al mondo”.
E mentre il campionato sta per iniziare, Christa si avvia a passare il primo autunno qui a Modena e a festeggiare il suo primo compleanno nel nostro paese: “nelle due stagioni passate non mi era capitato di essere qui in Italia per l'autunno. Senza alcun dubbio è la mia stagione preferita. Innanzi tutto perché in ottobre festeggio il mio compleanno; inoltre amo i colori delle foglie sui rami: in Pennsylvania, in questo periodo dell'anno i boschi si dipingono di giallo, rosso e arancione e mi piace ammirare questo passaggio dall'estate all'autunno”. Come festeggerà allora il suo primo compleanno italiano la protagonista del nostro calendario? “Penso che le mie compagne di squadra stiano organizzando qualcosa. L'unica cosa che vorrei è la torta gelato che io amo tanto. Non so se qui in Italia la troverò! Ho dei ricordi molto belli dei miei compleanni passati, soprattutto di quando ero piccola. Solitamente festeggiavo con amici e parenti in un posto chiamato Chuck E. Cheese, un centro di divertimenti per bambini molto famoso negli States fino a qualche anno fa. Ma il mio ricordo più bello è quello di un compleanno che ho festeggiato a 9 anni proprio a ridosso di Halloween: i miei genitori avevano decorato il garage e avevo invitato molti amici. Ognuno di noi era mascherato da qualcosa ed è stato uno dei compleanni più divertenti!”. Mancano ancora 3 giorni al 12 ottobre, ma Christa sembra già sicura di cosa esprimere quando spegnerà le candeline: “per la mia squadra vorrei vincere il campionato o la Coppa Italia per poterci qualificare alla Champion League. Per quanto riguarda me invece...vorrei che finalmente arrivasse l'uomo dei miei sogni!” In fondo in fondo, i nati sotto il segno della bilancia sono dei romanticoni, e in questo Christa si rispecchia davvero!
L'articolo originale è pubblicato sul numero di ottobre 2012 di Pallavoliamo.it
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