The J-Factor: Juliann Faucette
Cosa
ci fa il nome di Jualiann Faucette, nuovo opposto della Unendo
Yamamay, tra gli interpreti del cast del musical “Guys and Dolls”
della Westview High School? Si tratta forse di un caso di omonimia?
Niente affatto. La Juliann Faucette del musical è proprio la stessa
J che da quest'anno indossa la maglia numero 1 delle Farfalle di
Busto Arsizio. “I musical sono una mia grande passione:
preferisco assistere a questo tipo di spettacoli piuttosto che andare
a vedere una qualsiasi altra piece teatrale o addirittura un semplice
film al cinema. Il mio musical preferito è “Wicked” che narra la
storia della strega cattiva del Mago di Oz prima di diventare tale.
Quando frequentavo le scuole superiori ho persino preso parte a
moltissimi musical: ballare, cantare e recitare erano cose che facevo
e che adoravo fare, ma a causa degli allenamenti di pallavolo non
avevo molto tempo da dedicare a queste attività. Il mio ricordo più
bello è legato al musical “Guys and Dolls” dove recitavo la
parte di una ballerina cubana e quindi dovevo sia cantare che
ballare. È stato decisamente il ruolo più divertente che abbia mai
interpretato grazie a tutti quei numeri di salsa e ai costumi dai
colori brillanti”.
Avete letto
bene! Juliann non è solo una delle schiacciatrici più potenti del
nostro campionato, ma è anche un'appassionata e talentuosa cantante
che tra un allenamento e una partita trova il tempo di coltivare
questa passione e ad esercitare le sue doti canore. Provate a
digitare il suo nome sul motore di ricerca di You-Tube e troverete
addirittura un canale con le sue performance: “Ho
iniziato a cantare quando ero giovane ma ho imparato a farlo bene
durante le scuole superiori grazie all'insegnante di canto che era
uno delle migliori della California. Grazie a lei ho migliorato le
mie doti canore ma una volta che sono andata al college ho dovuto
mettere il canto da parte per dedicarmi a tempo pieno alla pallavolo.
Mi capitava di cantare l'inno americano prima di un evento sportivo e
qualche volta qualche amica mi chiamava per cantare al suo
matrimonio.... ma niente di importante. Poi lo scorso anno mentre ero
ad Urbino, mia madre mi ha chiesto a quale show volevo partecipare:
“X Factor” o “The Voice” “ ricorda
Juliann ridendo “All'epoca si stavano svolgendo le
selezioni ma io, essendo in Italia, non potevo certo prenderne parte.
Così ho aperto un canale su You-Tube per potermi esercitare e per
poter mostrare le mie doti canore in vista di uno di quei due
programmi. Alla fine però non ho mai fatto domanda e quindi quel
canale è rimasto così ad uso personale. Non avrei mai potuto
immaginare che le persone ne avrebbero scoperto l'esistenza e
soprattutto che si affezionassero ad esso, ma dopo che ho cantato
alla festa di presentazione della squadra qui a Busto il mio canale è
stato letteralmente preso d'assalto soprattutto dagli italiani”.
Una
passione che non è affatto in conflitto con la sua carriera
professionistica e che sembra invece essere complementare ad essa:
“Se dovessi
fare una scelta tra il cantare e il giocare a pallavolo mi troverei
davanti ad una decisione davvero difficile da prendere. Non saprei
davvero: io amo il mio sport e voglio diventare una grande
giocatrice, ma cantare mi fa stare bene e mi dà un grande senso di
libertà, una sensazione che a me piace davvero tanto e che mi
permette di dare il meglio in campo”.
Anche
se queste due passioni continueranno ad esistere e convivere nel
cuore di Juliann, per il momento l'opposto americano sembra aver
deciso di dedicarsi seriamente alla sua carriera pallavolistica; una
carriera che è iniziata nel 2004 al San Diego Volleyball Club: “Ho
iniziato a giocare a 14 anni ed è stato grazie a mio padre che ho
scoperto questo sport. Lui era un allenatore di football in Texas.
Un'estate ero andata a trovarlo e lui mi chiese se volessi prendere
parte ad un camp estivo di pallavolo. Io dissi di sì e così mi
innamorai di questo sport. La prima volta che mi videro giocare
pensarono che dovessi fare l'alzatrice”
- ricorda Jualiann ridendo - “è
davvero divertente ripensarci perché poi venne fuori che ero
decisamente una schiacciatrice e anche molto potente. Diciamo che
sono sollevata che qualcuno si sia reso conto dell'errore in tempo!
Come alzatrice sarei stata un pesce fuor d'acqua!”. Sin
dagli esordi, il destino di Juliann era in qualche modo legato
all'Italia e alla pallavolo italiana: “da
quando venni a conoscenza che dopo il college si poteva diventare una
giocatrice professionista, avevo deciso che il mio futuro sarebbe
stato in Italia. Innanzi tutto, sono per metà italiana: la mia nonna
paterna è originaria della Sicilia, mentre dalla parte di mia madre,
il nonno è del nord. Così sin da piccola ho imparato a conoscere ed
ad apprezzare la cultura italiana. Inoltre, ero molto curiosa della
pallavolo del vostro paese. Ricordo che spesso guardavo le foto delle
giocatrici: in particolar modo ero affascinata da Francesca Piccinini
e dal fatto che fosse così popolare in Italia. Sin dall'inizio
sapevo che se avessi potuto sarei andata a giocare in Italia e quindi
quando mi si è presentata l'occasione di andare ad Urbino non me la
sono lasciata scappare”. Il
sogno è diventato realtà lo scorso anno quando non solo Juliann ha
finalmente indossato la maglia di una squadra italiana – quella
della Chateau D'Ax – ma ha potuto anche giocare contro Francesca:
“mentre le
davo la mano all'inizio della partita e mentre giocavo contro di lei
sorridevo a me stessa e pensavo che era impossibile che mi trovassi
di fronte a quella giocatrice che fino a pochi mesi prima guardavo
solo in foto. È stata una soddisfazione davvero grande realizzare
quanta strada avevo fatto”.
Ma
le cose non accadono mai per una sola questione di fortuna: Juliann è
una ragazza davvero motivata e una giocatrice che si dedica con
grande passione e dedizione al suo lavoro: “sia
che sia in campo come titolare o riserva, sia in palestra che nella
vita di ogni giorno, sono una persona che dà tutta se stessa. Quello
che mi caratterizza di più è la mia grande passione per questo
sport e per la vita. Quando entro in campo sono felice e voglio
quindi dare il meglio, sempre. Penso di essere una persona molto
orgogliosa e questo mi permette di giocare sempre al massimo. Di
certo sono una grande lavoratrice e quando mi prefiggo degli
obiettivi non mi do pace fino a quando non li raggiungo. Il fatto che
sia una grande perfezionista può essere però negativo, in quanto
non è sempre possibile fare le cose alla perfezione e quindi questo
mi fa stare male”. Tuttavia,
anche se venire in Italia faceva parte del suo destino, lasciare gli
Stati Uniti non è stato facile: “quando
finalmente era giunto il momento di partire ero davvero nervosa e
triste. Mi ricordo che ero all'aeroporto pronta per salutare i miei
familiari e quando mi sono voltata e mi sono resa conto che non li
avrei rivisti per tanto tempo mi sono un po' spaventata. Alla fine
però tutto è andato per il verso giusto: ad Urbino sono stata
benissimo e sono cresciuta davvero tanto sia a livello personale che
professionale. Se devo dire la verità, la mia famiglia e il Texas mi
mancano davvero molto. In Texas è dove sono andata a scuola e dove
ho tutti i miei amici. Inoltre, anche se il cibo italiano è il mio
preferito, mi manca davvero tanto il cibo messicano che trovavo là.
Per non parlare del fatto che qui in Italia non riesco a trovare le
asciugatrici per i panni” scherza
Juliann. Durante il college, questo opposto originario di San Diego
ha in poco tempo raggiunto grandi risultati e ha persino vestito la
maglia della sua nazionale Juniores nel 2007.
Il momento di svolta
della sua carriera tuttavia è stato lo scorso anno durante un match
cruciale contro quella che sarebbe poi diventata la sua attuale
squadra: “la
partita più importante che mi ha permesso di arrivare qui dove sono
ora è stata la semifinale di CEV Cup che Urbino ha giocato contro
Busto Arsizio. In quell'occasione ho avuto la possibilità di giocare
e l'ho fatto davvero bene; in questo modo ho dimostrato a Busto di
che pasta ero fatta e ora sono qui perché loro hanno visto qualcosa
in me che li ha fatti decidere che era meglio avermi nella loro
squadra piuttosto che come avversaria. Questo è stato decisamente il
match più importante che ho giocato sino a questo momento perché
altrimenti oggi non sarei qui con la maglia di una delle squadre più
importanti della lega italiana. Quando Busto mi ha contattata sono
stata felicissima ed eccitata all'idea. Ricordo precisamente il
giorno che ho ricevuto l'email del manager della Unendo Yamamay: mi
sono detta che volevo giocare in quel team, non solo perché avrei
ritrovato la mia migliore amica Carli Lloyd, ma anche perché ero
rimasta affascinata da come coach Parisi allenava la sua squadra e
dall'alchimia che era riuscito a creare con le sue giocatrici. Volevo
fare parte di quel gruppo così tanto che quando mi hanno chiamata
non ci ho pensato due volte”. In
fin dei conti, Juliann si definisce una persona entusiasta,
ottimista, curiosa e che vive la sua vita fin in fondo e con molta
sicurezza in se stessa: “Sono
una persona positiva e credo in me stessa, o almeno cerco di dare
l'idea di farlo; amo la vita e sono molto curiosa, aspetto di me che
è sicuramente aumentato con gli anni. Infine sono davvero molto
spirituale e una vera credente”.
E anche se lei non crede molto in queste cose,
J
è un vero e proprio sagittario, in tutto e per tutto. L'opposto
americano è nato il 25 ottobre del 1989 a San Diego un giorno un po'
particolare in America in quanto cade proprio a ridosso o in
concomitanza con i festeggiamenti per il Thanksgiving, il “Giorno
del Ringraziamento” quando gli americani sfornano i grandi tacchini
dai loro forni e passano la giornata in compagnia dei propri
familiari, guardano il football in TV e rimpinzandosi di cibo:
“qualche volta
il giorno del mio compleanno coincide con il Thanksgiving e quando
ero più piccola lo celebravo quindi con tutti i miei parenti a casa
della nonna. Quando ho iniziato a giocare a pallavolo naturalmente
questi incontri con la mia famiglia non erano più possibili e quindi
un compleanno che ricordo sempre con grande affetto è stato quello
del mio ultimo anno di college quando tutta la mia famiglia è venuta
in Texas dalla California solo per stare con me e festeggiare il mio
21 compleanno, un traguardo davvero importante per un giovane
americano. Ora che sono qui in Italia la distanza si fa sentire anche
di più: lo scorso anno ero in campo a giocare e ho festeggiato con
le mie compagne di squadra mangiando una torta. Ma la mia famiglia mi
manca davvero tanto. Se potessi esprimere un desiderio sarebbe
proprio quello di poterli avere affianco a me in questa giornata e
più in generale di poter seguire la mia carriera avendoli sempre
vicino. A livello professionistico infine vorrei davvero vincere il
campionato quest'anno”. E
chissà se spegnendo tutte le candeline della sua torta questo
desiderio possa realizzarsi. In fondo, come ci insegna il suo musical
preferito, quando si è con le persone più care è possibile
infrangere i limiti e realizzare i desideri e sentirsi felici.
L'articolo originale è pubblicato sul numero di novembre 2012 di Pallavoliamo.it
La foto di testata è di Max Ciuba per Pallavoliamo.it
Commenti
Posta un commento